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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Libera in Municipio: "Non possiamo permetterci distrazioni contro le mafie"

In Consiglio comunale il punto sul processo Aemilia con l’avvocata Enza Rando, avvocata di “Libera contro le mafie” che si è costituita parte civile

“Il processo Aemilia ci dice che, se vogliamo contrastare l’infiltrazione delle mafie, oggi nessuno può più permettersi di essere disattento. La disattenzione, che sia da parte di un imprenditore, associazione di categoria, istituzione, organo di informazione, è grave e diventa la forza della mafia”. Lo ha detto Enza Rando, avvocato e vice presidente dell’associazione “Libera contro le mafie”, costituita parte civile nel processo che si è svolto a Reggio Emilia, intervenendo oggi, giovedì 10 gennaio, in Consiglio comunale, alla presenza del sindaco Gian Carlo Muzzarelli e della giunta, per una comunicazione nella quale ha illustrato gli elementi essenziali di quello che ha definito “il maxi processo del nord”, il suo collegamento con quelli che si sono svolti in Calabria e in Lombardia e, allo stesso tempo, le differenze rispetto al tipo di reati contestati.

L’avvocato Rando è stata accolta dalla presidente del Consiglio Francesca Maletti che, ringraziandola per la grande disponibilità, ha sottolineato l’importanza “di trattare questo tema in un luogo istituzionale come il Consiglio per conoscere quello che è successo nell’ambito del processo e quello che ha fatto emergere sulle nostre realtà con una comunicazione diretta e completa da parte di chi vi ha preso parte”.

“Ormai tutti sappiamo che le mafie cercano di radicarsi nei territori dove trovano ricchezza – ha spiegato Rando – e il processo ha descritto come si sono insinuate e come hanno cambiato la loro morfologia, con atti non più violenti, ma sotterranei e corruttivi, per infiltrarsi nel sistema economico. Il processo ci ha aperto gli occhi: dobbiamo tutti essere molto attenti perché loro provano a mettersi il vestito della legalità ma noi dobbiamo essere capaci di riconoscerli e contrastarli”.

L’avvocato ha quindi sottolineato l’importanza di aver voluto trattenere il processo sul territorio: “Lo abbiamo voluto celebrare in Emilia Romagna perché un processo come questo lascia una traccia sul territorio: nessuno può più dire di non sapere che la mafia c’è anche qui, ma anche le mafie sanno che in questo territorio non sono gradite, e il numero elevato, oltre quaranta, di enti e associazioni che si sono costituite parte civile ha mandato loro un messaggio preciso di rifiuto”.

Enza Rando ha iniziato il suo intervento ringraziando il Consiglio comunale per l’attestazione di solidarietà ricevuta nel febbraio del 2017 dopo che il suo studio era stato oggetto di un’intrusione che aveva probabilmente intenti intimidatori. Una vicenda che avvenne in un momento di ribalta mediatica durante la quale la vi furono anche scambi di accuse tra Libera e la stampa modenese, sfociate poi in querele e processi.

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