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Ferrari verso l'Olanda, proteste bipartisan delle forze politiche

Sia Partito Democratico che Movimento 5 Stelle temono la scelta di spostare la sede legale di Ferrari da Maranello ai Paesi Bassi. Gibertoni (M5S) parla di “atto vandalico”, mentre Baruffi e Bursi (Pd) chiedono lumi al Governo

Dopo l'annuncio di Sergio Marchionne sull'ormai più che probabile trasferimento della sede legale del Cavallino in Olanda, non si sono fatte attendere troppo le reazioni della politica locale. Rimostranze comprensibili e dettate dalle ombre e dall'incertezza che si annida in una scelta sicuramente rivoluzionaria, sulla scia di quella già compiuta dal gruppo Fiat-Chrysler.

Prima ad intervenire era stata la capogruppo del M5S in Regione, Giulia Gibertoni, che aveva parlato senza mezzi termini di un “atto vandalico”, invocando l'intervento di Matteo Renzi in persona: “Il premier intervenga subito per scongiurare il trasferimento in Olanda della sede legale della Ferrari SPA anche attivando con urgenza gli uffici tributari dello Stato che possono certificare l’assoluta italianità dell’azienda e quindi impedire un trasferimento che sarebbe, seppur solo formale, un vero e proprio atto di vandalismo ai danni del Paese”. La Gibertoni ha poi aggiunto: “Così si ottiene solo di strappare via all’Italia intera e innanzitutto a quei territori che il mito Ferrari lo hanno pensato, costruito e fortificato nel tempo, un elemento di appartenenza reciproca, i cui destini non possono certo dipendere da misere norme fiscali che andrebbero cancellate. Il mancato intervento del Governo e della Regione in questo caso eclatante - e simbolico al massimo grado - farebbe solo pensare che il partito che governa il Paese allo stesso tempo in fondo concorda nel giudicarlo soltanto un Paese da cui fuggire”.

Più posata e istituzionale – ma altrettanto fermamente contraria – la posizione del deputato modenese Pd Davide Baruffi: "Grave l'idea che il marchio più importante e riconosciuto d’Italia possa unilateralmente decidere, al di fuori di ogni confronto con gli interlocutori istituzionali e sociali, nazionali e locali, di trasferire altrove la propria sede legale”. Baruffi ha presentato una interrogazione urgente al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi per conoscere “se il Governo sia a conoscenza di questi fatti e quali iniziative intenda assumere al fine non solo di tutelare la produzione e l'occupazione di Ferrari a Modena, ma di impedire che scelte unilaterali quali quelle annunciate possano colpire l'immagine del territorio modenese e dell'Italia, interrompendo o comunque snaturando un connubio di successo che tutto il mondo riconosce e apprezza”.

Una riflessione all'annuncio – peraltro non ufficiale – di Marchionne è arrivata anche dal Pd locale, per voce del segretario ed ex sindaco proprio di Maranello, Lucia Bursi: "La Ferrari appresenta per noi un patrimonio produttivo ed economico, ma anche storico e culturale. Nel tempo, in questo territorio, si sono create le condizioni per garantire sviluppo e qualità ai prodotti motoristici. Qui sono nati e, nonostante anche recenti cambi di proprietà, sono rimasti i grandi marchi apprezzati in tutto il mondo. Qui si è creato un sistema di imprenditorialità diffusa a sostegno di queste eccellenze. E’ vero che la produzione rimane in Italia, ma un’operazione di questo genere apre a preoccupazioni e dubbi. Bene, quindi, che il presidente Bonaccini abbia già preso contatti con il ministero competente. Gli amministratori emiliano-romagnoli, come sempre, non “urlano” come piacerebbe ai 5 stelle, ma “lavorano” come piace al Pd”.

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