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Stop all'inceneritore e addio ad Hera, la proposta ardita del candidato Pd

Piergiorgio Rebecchi, in lista alle prossime regionali con i dem, lancia una proposta radicale, non solo sullo spegnimento dell'inceneritore di Modena, ma anche sul ritorno a società pubbliche provinciali per la gestione dei rifiuti

La candidatura di perè particolare di Pier Giorgio Rebecchi, ex M5S, tra le fila del Partito Democratico si colora di una proposta altrettanto particolare e finora mai emersa nell'orizzonte politico dei dem. Il tema è quello dei rifiuti: “Il prossimo piano di gestione integrata dei rifiuti dell'Emilia-Romagna dovrà mettere nero su bianco lo spegnimento dell'inceneritore di Modena. La nostra città ha già pagato a sufficienza in termini di emissioni, è giunto il momento di adottare un modello alternativo. Ecco perché nei primi 100 giorni della prossima consiliatura lavorerò alla redazione di un piano dettagliato da presentare al presidente Bonaccini per raggiungere questo obiettivo nel più breve tempo possibile”, spiega il candidato.

Per farlo Rebecchi prevede tre linee di intervento, la prima delle quali è sicuramente la più "ardita", visto lo scenario attuale su gran parte della regione, dove il colosso Hera la fa da padrone. "Per prima cosa la raccolta dei rifiuti a livello territoriale dovrà tornare in mano ai cittadini, attraverso società a controllo pubblico che gestiranno il servizio su scala provinciale. Questo per  garantire la massima trasparenza sulle performance qualitative e quantitative della raccolta. Il modello da adottare nelle città, invece, dovrà essere scelto insieme agli abitanti e ai comitati che si occupano di ambiente e rifiuti zero".

Il retaggio pentastellato emerge dunque fortemente in questa proposta che mette in dubbio il modello finora adottato dal Partito Democratico e dalle sue amministrazioni, che progressivamente hanno consegnato ad Hera le ciavi della gestione - sempre più privbata - del ciclo dei rifiuti. 

Rebecchi in questo è molto chiaro: "E' il momento che la Regione riprenda in mano direttamente la politica dei rifiuti, troppo a lungo affidata ai privati”. Palrallelamente il candidato propone l'idea di costituire a Modena "un vero e proprio distretto manifatturiero industriale fatto di centri del riuso e del recupero, essenziali per dare nuova vita agli oggetti prima che diventino rifiuti, e di impianti di trattamento dei materiali provenienti dalla raccolta urbana, in grado di ridurre al minimo le quantità di indifferenziato". Infine si propone di "utilizzare al meglio i finanziamenti messi sul piatto dall'Ue con il Piano per un'Europa sostenibile ed inoltre costituire un gruppo di lavoro espressamente dedicato alla pianificazione dei progetti in materia di gestione integrata del ciclo dei rifiuti e di sviluppo dell'economia circolare”.

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