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Referendum 12 e 13 giugno, tutti e quattro i quesiti ai raggi x

Due quesiti sull'acqua, uno sul nucleare e uno sul legittimo impedimento: ecco su cosa i cittadini dovranno esprimersi

Quattro i quesiti proposti per l’acqua pubblica, contro il ritorno al nucleare e contro il legittimo impedimento.

Nel dettaglio il primo quesito propone l’abrogazione dell’articolo 23bis del “decreto Ronchi”. Il tema non riguarda la proprietà dell’acqua, che rimane comunque un bene pubblico, come peraltro pubblici restano gli acquedotti, ma la privatizzazione della gestione dei servizi idrici, ora affidati ai comuni, associati in Ambiti territoriali ottimali, i cosiddetti Ato. Il decreto Ronchi prevede che gli Ato dovranno affidare i servizi idrici in concessione, attraverso gare aperte anche ai privati. In caso di vittoria dei Sì non ci sarebbe più l’obbligo di indire le gare entro il prossimo 31 dicembre, né per le aziende a maggioranza pubblica, come Hera, di cedere ai privati parti delle quote azionarie entro il 2013.

Il secondo quesito, sempre sull’acqua, propone l’abrogazione della norma che stabilisce che la tariffa per l’erogazione dell’acqua venga calcolata prevedendo una remunerazione per il capitale investito dal gestore, fino a un massimo del 7 per cento.

Più semplice il terzo referendum, il cui testo è stato modificato pochi giorni fa dalla Corte di Cassazione, dopo che il Governo aveva già deciso una moratoria sulla costruzione di centrali nucleari. Si chiede infatti agli italiani di vietare l’attuazione anche in futuro del programma di energia nucleare, possibilità prevista dalla recente legge 75, in base ai risultati di una verifica sulla sicurezza delle centrali condotta dall’agenzia italiana e dall’Unione europea.

Il quarto referendum potrebbe avere forti ripercussioni politiche, dato che verte sul legittimo impedimento, la norma che istituisce uno scudo giudiziario per le alte cariche dello Stato, a cominciare dal Presidente del consiglio.

Tutti e quattro i referendum, comunque, sono abrogativi e, dunque, perché il risultato sia valido deve essere raggiunto il quorum di votanti, devono cioè recarsi alle urne più del 50.

(Fonte: viaemilianet.it)

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