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Smog, Italia deferita alla Corte Europea. Ma la Regione non ci sta: "Pm10 in calo"

Le Regioni del bacino padano: "Concentrazioni di polveri sottili in calo, frutto delle politiche messe in campo con 18 miliardi di investimenti dal 2005. Nuove azioni integrate di area vasta in arrivo grazie all'accordo dello scorso giugno"

Oggi, la Commissione europea ha aggiornato la situazione delle procedure d'infrazione in materia ambientale che gravano sul nostro paese e che rischiano di portare a pesanti multe: basti pensare che tra il 2012 e il 2017 le sanzioni sono costate ai cittadini del Belapese 412 milioni di euro. Tra i vari temi c'è ovviamente quello dello smog, che riguarda molto da vicino Modena così come tutto il bacino Padano. In questo ambito la Commissione oggi ha deciso di deferire l'italia per via dei livelli costantemente elevati di particolato (Pm10): in 28 zone di qualità dell'aria, comprese le regioni Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, i valori limite giornalieri sono stati costantemente superati, arrivando nel 2016 fino a 89 giorni. I limiti stabiliti dalla legislazione dell'Ue sulla qualità dell'aria dovevano essere raggiunti nel 2005.

A fronte di questo provvedimento comunitario, le regioni del bacino padano hanno reagito facendo fronte comune: "Le Regioni del bacino padano sono unite, insieme al Governo, per un unico obiettivo: un’aria più pulita. Un impegno che viene da lontano, rilanciato lo scorso giugno a Bologna con il nuovo accordo per misure integrate e strutturali in tutti i settori più impattanti: combustione di biomasse, trasporti e attività in ambito agricolo. Per la prima volta definisce azioni omogenee d’area vasta e le affianca a un pacchetto di 16 milioni per ridurre le emissioni. L’intesa è al rialzo: punta a condividere le politiche più sfidanti e coraggiose attivate in ogni territorio. È la prova dell’impegno messo in campo su un tema prioritario, anche puntando al coordinamento delle misure sulla qualità dell’aria con quelle di mitigazione dei cambiamenti climatici”.

A replicare alla Commmissione sono stati gli assessori all’Ambiente delle Regioni Emilia-Romagna, Paola Gazzolo; Piemonte, Alberto Valmaggia; Lombardia, Raffaele Cattaneo, e Veneto, Gianpaolo Bottacin. È in questo territorio che vive il 40% della popolazione italiana e si produce oltre il 50% del Pil nazionale.

“I trend delle concentrazioni di Pm10 parlano chiaro: negli ultimi 15 anni i livelli si sono significativamente ridotti, nonostante le condizioni meteorologiche e geografiche della valle del Po che incidono sulla formazione e la dispersione degli inquinanti. E’ merito delle strategie attuate e del grande investimento realizzato: oltre 18 miliardi spesi dal 2005 per l’efficientamento energetico di case e imprese, l’aumento della produzione di energia rinnovabile, il miglioramento delle performance ambientali delle aziende agricole e gli interventi per la riduzione delle emissioni di ammoniaca, la mobilità sostenibile di persone e merci con nuove piste ciclabili, chiusura dei centri storici, limitazioni alla circolazione e potenziamento del trasporto pubblico: tutti esempi concreti del lavoro svolto, con la collaborazione delle amministrazioni locali”.

“Proprio nei giorni scorsi è entrato in azione il protocollo di monitoraggio comune antismog”, ricordano gli assessori. “E’ la prima misura di Prepair che vede la luce e permetterà di valutare l’efficacia delle misure messe in campo. La conoscenza è parte integrante della risposta al problema, che passa necessariamente anche dal coinvolgimento delle popolazioni e dalla loro collaborazione”, concludono. “Il nostro è un impegno a 360 gradi perché l’aria non ha confini. La sfida per la qualità dell’aria è la sfida del futuro”.

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