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Dipendenti pubblici, una ricerca mette in luce forte carico di lavoro e poca formazione

La Cgil ha indagato nelle pubbliche amministrazioni modenesi, individuando un grado di soddisfazione non certo elevato trai lavoratori. Pesano la scarsa programmabilità del lavoro e l'anzianità

I dipendenti degli enti locali modenesi sono costretti ad aumentare il proprio carico di lavoro e le proprie responsabilità, con "meno formazione e meno riconoscimento professionale da parte delle amministrazioni di appartenenza". È quanto emerge da una ricerca Ires-Cgil sulla qualità del lavoro pubblico a Modena e dintorni, diffusa oggi dal sindacato. Emergono in sostanza nuovi cahiers de doleances, visto il contesto degli ultimi anni. Dai 1.115 questionari raccolti, riferiti alle diverse aree della provincia, risulta che "l'anzianità di lavoro è generalmente più alta per le donne" e "cresce al diminuire del titolo di studio". 

Ma soprattutto emerge come, nonostante le donne siano "decisamente più numerose", col crescere dell'inquadramento e quindi della retribuzione il loro peso percentuale diminuisca rispetto alla presenza maschile. E questo in particolare per quanto riguarda le due categorie più alte, D e D3. Ma appunto pesa la "poca formazione": quasi il 60% di chi risponde ai sondaggi dichiara infatti di "fare poca o nessuna formazione finanziata dall'ente". Tra gli altri trend osservati nello studio Ires, spicca che è soprattutto "la fatica mentale ad essere maggiormente rilevata", e di nuovo in misura maggiore per le donne. Più in generale, la percezione di un carico di lavoro eccessivo aumenta al crescere dell'età e del titolo di studio. 

Appare comunque evidente "un gap molto forte" tra "la scarsa programmabilità delle attività e il forte carico di lavoro", condizione che "è fattore di tensione organizzativa", emerge dalla ricerca Cgil, cosi' come lo è il rapporto con il pubblico nei servizi di front office. Ancora: il 22% di chi risponde è "insoddisfatto" della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, con "picchi massimi per i dipendenti del territorio di Modena" (il 30%). In definitiva, poco più del 50% dei dipendenti pubblici in questione si ritiene "soddisfatto" sul lavoro, e si tratta in particolare di chi ha seguito percorsi di formazione. 

Ecco allora la ricetta del sindacato per cercare di svoltare: "Si risponde con un'organizzazione del lavoro condivisa e partecipata, con il riconoscimento del ruolo sociale del dipendente degli enti locali e con la capacità dei ascolto da parte delle amministrazioni delle criticità e dei problemi che gli stessi lavoratori continuano ad evidenziare". 

(DIRE)

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