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Certificato per lo sport non agonistico, una legge da rifare

Sergio Venturi, assessore allo sport dell'Emilia Romagna: "La previsione di tali accertamentiche vengono richiesti in modo indiscriminato per tutte le persone in buona salute, senza alcuna valutazione delle caratteristiche di intensità e durata dello sforzo previsto, è una misura impegnativa e onerosa, di scarsa efficacia preventiva e che limita la libertà individuale.

Accolta in Commissione nazionale salute la proposta dell'assessore dell'Emilia-Romagna Sergio Venturi: "L'obbligo di effettuare accertamenti sanitari per tutte le persone in buona salute è una misura di scarsa efficacia preventiva. Una scelta che graverà sulle famiglie e sul sistema sanitario. Il rischio è quello di disincentivare le persone, bambini soprattutto, a svolgere attività sportiva". La legge - il cosiddetto “decreto Balduzzi” - stabilisce l’obbligatorietà della certificazione per l’attività sportiva non agonistica in modo estensivo e introduce l’obbligo di svolgere vari accertamenti sanitari, incluso l’elletrocardiogramma. 

“La previsione di tali accertamenti - spiega l’assessore - che vengono richiesti in modo indiscriminato per tutte le persone in buona salute, senza alcuna valutazione delle caratteristiche di intensità e durata dello sforzo previsto, è una misura impegnativa e onerosa, di scarsa efficacia preventiva e che limita la libertà individuale. Anzi, può determinare un ulteriore abbandono della pratica di attività motoria così importante per garantire la salute delle persone e in particolare dei bambini”.

In particolare, l’obbligo di eseguire una volta nella vita l’elettrocardiogramma “è un intervento di assai scarsa efficacia preventiva - aggiunge Venturi - se rivolto a tutte le persone in buona salute. Dovrebbe invece essere riservato al completamento di approfondimenti diagnostici per patologie croniche conclamate e che comportano un aumentato rischio cardiovascolare”.

Nella richiesta al ministro si sottolinea che i nuovi obblighi introdotti peseranno economicamente sulle famiglie e sul sistema sanitario e potranno indurre nei genitori la convinzione che “muoversi e svolgere attività fisica sia potenzialmente pericoloso. Con il rischio che l’allontanamento dall’attività motoria implementi la già significativa epidemia di obesità che coinvolge i nostri ragazzi”. Uno degli obiettivi che lo Stato e le Regioni si sono dati con il nuovo Piano della Prevenzione è la promozione dell’attività motoria e sportiva come leva fondamentale per contrastare le malattie croniche: “Questa normativa - conclude la missiva che sarà inviata al ministro - contrasta nettamente con tale finalità. É quindi necessario giungere a una profonda revisione dei suoi contenuti”.
 

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