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Politica, la Giunta accelera sui cantieri. E non si esclude un rimpasto

Dopo due mesi di "ferie" ritorna al lavoro il Consiglio Comunale, mentre Muzzarelli cerca un nuovo impulso puntando sul rilancio dell'urbanistica. Acque agitate in Giunta e nel Pd, ma il segretario Bortolamasi predica tranquillità

"A metà mandato la giunta Muzzarelli ha cambiato marcia, ora finalmente alcuni cantieri si sono conclusi ma soprattutto ne partono di nuovi e decisivi. Avanti cosi'". È il segretario del Pd di Modena, Andrea Bortolamasi, a suonare la carica in municipio proprio alla vigilia del ritorno in Consiglio comunale. A ben due mesi dall'ultima seduta (21 luglio), domani si rientra in aula e il programma appare già denso: i lavori prenderanno il via alle 14.30 con le solite interrogazioni (ne spunta una nuova sull'inchiesta del Policlinico), mentre per le delibere spiccano la quarta variazione di bilancio insieme al Dup 2017-2019 e al consolidato 2015, senza dimenticare lo stato dell'arte sul percorso "smart city". 

Sta di fatto che, rispetto a un certo stallo percepito attorno alla metà del 2016, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli negli ultimi tempi ha accelerato non poco. Amcm, R-Nord, alloggi Erp di via Forghieri, scuole "Mattarella" inaugurate col premier Matteo Renzi e quella "Martin Luther King" rinnovata. E ancora: restyling di piazza Mazzini che avanza, le ulteriori funzioni al complesso R-Nord illustrate il 15 settembre, soprattutto i prossimi cantieri (ex Enel) all'Amcm, la chance del bando periferie del Governo. Tanta carne al fuoco, effettivamente. 

Così, il ritornello dietro le quinte da un po' risuona più forte: dopo i dubbi affiorati l'anno scorso, Muzzarelli avrebbe già deciso di ricandidarsi nel 2019 (cosi' come Bortolomasi dovrebbe restare alla guida del partito della città per un secondo giro). Il tutto risparmiando al partito il 'bagno di sanguè delle primarie 2014: del resto, continuano i rumor, con l'allora avversario Francesca Maletti, influente presidente del Consiglio comunale, il patto sta tenendo bene e potrebbe essere rinnovato nei rispettivi ruoli.

Certo, è ancora un po' presto. Intanto, sulla produzione amministrativa, Bortolamasi, parlando alla 'Dirè, pesa le parole: "Non parlerei di vero e proprio stallo della giunta, bensi'- ammette il segretario dem- di periodo legato alla difficoltà, non solo modenese, a reperire nuovi investimenti. Ma il Comune si è mosso bene tra fondi e bandi europei, e cosi' si sono sbloccati progetti come quello della palazzina ex Enel, per il recupero dell'area centrato sugli spazi culturali: si', finalmente si parte". In ogni caso, secondo Bortolamasi è corretto parlare a settembre di "piglio diverso" ma poi "il discorso va esteso a tutta la giunta, non solo al sindaco". 

In tutto questo, due problemi continuano a tenere banco: il rimpasto di giunta considerato sempre dietro l'angolo, viste le tensioni tra alcuni assessori, e gli screzi dentro il Pd, che si riflettono sugli equilibri del gruppo in Consiglio sempre guidato dal suo capo 'di sinistrà Paolo Trande. Nel primo caso, negli ultimi mesi si sono registrati 'sfoghi' tra i titolari dei Lavori pubblici e dell'Urbanistica, Gabriele Giacobazzi e Anna Maria Vandelli, ma anche tra Muzzarelli e alcuni assessori, come Giuliana Urbelli (Welfare): dopo due anni e mezzo di mandato, la verifica di giunta, in corso, viene considerata di routine. Il rimpasto almeno di deleghe arriverà? Puo' essere, ma nessuno a palazzo sembra farne un dramma.

Altrettanto seria, in ogni caso, appare la vicenda Pd: è di ieri il documento trasversale, firmato anche da Bortolamasi e dalla collega vicecapogruppo Grazia Baracchi, che ha sbandierato il proprio "si'" al referendum costituzionale, ed è di queste ore il malumore diffuso che lo stesso testo ha innescato nella corrente di sinistra. Per quest'ultima l'agitazione parte dalla senatrice Maria Cecilia Guerra e dallo stesso Trande. Sul quale, tuttavia, Bortolamasi vuole sfumare: "Finchè saro' segretario, il capogruppo è Paolo Trande", sorride il segretario, aggiungendo: "Certo, quando si ricoprono ruoli come quello di capogruppo o segretario, le polemiche nazionali, visto poi che militiamo nello stesso partito, dovrebbero essere lasciate da parte...". Tradotto: se Trande fosse più presente su certi temi potrebbe ricoprire ancor meglio il suo ruolo di presidente del gruppo. Insomma, avanti con Trande fino al 2019? Se non cambierà partito, pare di si'. Intanto, bisogna pensare ai quartieri: "Il 26 abbiamo un'assemblea alla Madonnina, le ultime amministrative sono andate male a livello nazionale per il Pd. A Modena vogliamo procedere in controtendenza", conclude Bortolamasi.

(DIRE)

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