Rissa fra tifosi a Palermo, Vaccari porta il caso al Senato
Il senatore modenese Pd, con un’interrogazione a risposta scritta, ha portato all’attenzione del ministro dell’Interno Alfano il caso della rissa tra opposte tifoserie avvenuta sabato scorso
La violenta rissa tra tifoserie avversarie avvenuta sabato scorso all’aeroporto di Palermo è finita sul tavolo del ministro dell’Interno Angelino Alfano. A portare la questione fino al Viminale è stato il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, ex assessore provinciale allo Sport, che, nella tarda mattinata di oggi, ha presentato una interrogazione a risposta scritta al ministro. Nel testo si ripercorrono le tappe che hanno portato allo scontro tra le tifoserie con conseguenti 22 arresti, 9 denunce in stato di libertà e un bilancio di 5 poliziotti e 2 tifosi feriti.
L’aereo dei modenesi è stato fatto atterrare a Trapani a causa del maltempo: i tifosi sono stati portati a Palermo in pullman, ma non direttamente allo stadio, bensì all’aeroporto dove si sono incrociati con la tifoseria del Padova, in procinto di partire dopo aver assistito la sera precedente a un match con il Trapani. Dalle prime ricostruzioni risulta che i 100 tifosi modenesi fossero scortati da soli 4 agenti, mentre per poter sedare la rissa sono dovuti intervenire altri poliziotti da Palermo e gli agenti della polizia di frontiera presenti all’aeroporto. Il senatore Vaccari chiede di conoscere l’esatta dinamica dei fatti e il numero di agenti con il compito di garantire la sicurezza del gruppo di tifosi e quello degli altri poliziotti che, a vario titolo, sono stati chiamati a intervenire.
“In particolare – spiega Stefano Vaccari – vorremmo capire come mai, sapendo che le due tifoserie “nemiche” avrebbero rischiato di venire in contatto, non siano state predisposte le misure e le risorse umane necessarie ad evitarlo. Chiedo anche al ministro Alfano, sulla base delle informazioni in possesso del Viminale, se non siano rilevabili negligenze o sottovalutazioni da parte di chi doveva dirigere e operare sul posto”. Lasciano perplessi anche la decisione di non permettere, per una ventina d’ore, ai tifosi arrestati di mettersi in contatto con l’esterno, a parte un avvocato difensore, e quella di prevedere il fermo in carcere per un così gran numero di persone in rapporto alle modalità e alla natura del reato.