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Profughi anche nei comuni terremotati della Bassa? Finale dice "no"

Incontro in Prefettura con i sindaci, per capire se l'accoglienza potrà essere estesa anche a chi finora non era stato coinvolto. Ma da Finale Emilia arriva un secco diniego: "Ipotesi non praticabile, servi sociali al collasso"

Diversi comuni del cratere sismico modenese sono finora stati "esentati" dall'accoglienza di richiedenti asilo: una decisione presa fin dall'inizio dell'emergenza per non gravare ulteriormente su territori particolarmente fragili. A quasi cinque anni dal sisma – e di fronte ad unìondata migratoria che non accenna a fermarsi – le cose potrebbero tuttavia cambiare.

Non a caso, il Prefetto di Modena Maria Patrizia Paba ha incontrato questa mattina, lunedì 6 febbraio, i sindaci dei nove comuni dell'Area Nord per verificare la loro posizione riguardo l'eventuale accoglienza di profughi. Un confronto dal quale non sono emersi ancora dettagli, se non uno, molto netto, comunicato dall'Amministrazione Comunale di Finale Emilia.

Il Comune – rappresentato all'incontro dal vicesindaco Lorenzo Biagi – ha voluto bloccare sul nascere ogni ipotesi: “Non è questione di atteggiamenti legati all'orientamento politico - spiega la Giunta - qui siamo di fronte a una situazione oggettiva di difficoltà che rende, a nostro parere, inattuabile l'accoglienza di profughi nel nostro Comune. Siamo ancora alle prese con una grave crisi economica che ormai da parecchi anni attanaglia la nostra società e, non dimentichiamolo, restiamo nel pieno di un'emergenza provocata dal sisma di maggio 2012”.

Emergenza che la stessa Regione Emilia Romagna ha prolungato, per il momento, fino al 31 dicembre 2018, ma che potrebbe essere ulteriormente procrastinata, vista i tempi dilazionati della ricostruzione.

“I nostri servizi sociali - conclude la Giunta - rischiano già il collasso, costretti come sono a fronteggiare quotidianamente file di persone, italiane e straniere, che si rivolgono al Comune per chiedere aiuto. Il rispetto delle istituzioni fa parte del nostro dna ma, in questo scenario, l'arrivo di profughi richiedenti asilo riteniamo non sia né economicamente, né socialmente sostenibile per questo territorio e per il nostro Comune in particolare, che già accoglie e cerca di integrare più di 1700 cittadini stranieri (pari all'11% dei residenti), provenienti da una quarantina di Paesi al di fuori dell'Unione Europea. Dichiariamo quindi l’assoluta indisponibilità a una eventuale imposizione e di volerci avvalere di tutti i mezzi leciti per fronteggiare questa possibilità”.

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