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Sassuolo cancella la multa per le elemosine, soddisfazione Pd e M5S

Stralaciati gli articoli della discordia, dopo polemiche che erano arrivate fino al Parlamento

Nel Consiglio Comunale di Sassuolo, lunedì sera, sono stati completamente abrogati i due commi che prevedevano la punibilità e la multa per chi fa la carità. Una modifica al regolamento della Polizia Municipale che aveva portato Sassuolo alle cronace nazionali per la sua singolarità, suscitando un coro di sdegno nelle forze politiche di opposizione e in parte del mondo dell'associazionismo cattolico.

"Dopo due mesi, le pressioni della società civile e dell'opinione pubblica ci hanno aiutato a raggiungere l'obiettivo che ci eravamo posti - dichiara il gruppo consiliare di Partito Democratico - Abrogati a malincuore: perché il sindaco continua a dire che invece era una proposta giusta, che punendo la carità si combatte il degrado e si scoraggia il racket. Chiediamo: se fosse davvero così, come mai da tante parti si sono levate azioni di protesta? Come mai sono state raccolte migliaia di firme contro questa decisione? firme che il sindaco in consiglio ha messo addirittura in dubbio che ci siano davvero... Se era così convinto, perché ha fatto marcia indietro? Forse perchè si prendono decisioni sull'onda del momento, senza una programmazione seria, per inseguire un facile consenso. E forse perché si è accorto, il sindaco, che la gente non era dalla sua parte, e che soffiare sulla paura del povero, in tempi di così grave crisi, non paga. Abbiamo un'idea diversa di comunità civile. La tutela del decoro, valore sacrosanto, per noi non coincide con il tentativo di nascondere la povertà e le fragilità".

Anche il Movimento 5 Stelle, attraverso la deputata Stefania Ascari, ascrive alla propria battaglia il merito dell'abrogazione: “Il passo indietro del sindaco Gian Francesco Menani sull’articolo 61 del regolamento di polizia urbana è un successo per chi crede nell’uguaglianza, nella solidarietà e nella giustizia - commenta Ascari - e il frutto del lavoro svolto in prima persona sul territorio e in Parlamento. Ne ho parlato personalmente con il prefetto Pierluigi Faloni, a cui avevo indirizzato una lettera per segnalare il caso. Ho portato la vicenda alla Camera, con un’interrogazione a mia prima firma indirizzata al Viminale. Ho lavorato in sinergia con gli attivisti M5S sassolesi Gerardo Garzone, Giuliana Scaglioni, Alberto Bonettini, Franco Guazzi, Mariella Marzullo e Paolo Bartolacelli”.

Ascari rivendica dunque le azioni svolte perché la contestata norma potesse cambiare. “Multare chi fa l’elemosina sarebbe andato oltre la legge - prosegue la deputata M5S -e avrebbe determinato un segno d’intolleranza verso i più deboli e gli ultimi. Un atto che, ricordo, è stato proposto nei giorni più drammatici della pandemia. Se il sindaco desidera contrastare la povertà senza punire i poveri, aumenti il ricorso a misure varate dal governo, quali il reddito di cittadinanza e il reddito di emergenza. La sicurezza invocata da Menani è una priorità. Contro l’accattonaggio, con cui si è giustificato Menani, esiste però una norma ben precisa (l’articolo 54 del Testo Unico Enti Locali). Inimmaginabile da un punto di vista democratico sarebbe stato schedare chi fa l’elemosina, come proposto da esponenti del centrodestra locale. Il passo indietro sulla norma è una conquista di civiltà. Manterremo però alta l’attenzione perché simili episodi non si possano più ripetere”.

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