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Piazza Grande, sabato tornano le Sentinelle il piedi contro il Ddl Zan

Alle ore 17 il presidio silenzioso per contrastare la proposta di legge contro l'omotransfobia: "E' è un testo funzionale alla repressione del dissenso"

Ad alcuni anni di distanza dalle ultime mobilitazioni, anche a Modena si terrà una nuova "veglia" delle Sentinelle in Piedi. Come in moltre altre città italiane, i manifestanti si ritroveranno sabato 10 luglio in Piazza Grande (ore 17), dove sosteranno per un'ora circa, in assoluto silenzio, leggendo un libro, come nello stile finora adottato dal movimento nato nel 2013 su ispirazione dei Veilleurs Debout francesi.

Il tema al centro della manifestazione è ovviamente quello del Ddl Zan, la proposta di legge contro le discriminazioni legate a sesso e genere al centro del dibattito politico. Per le sentinelle ci si trova di fronte ad una "legge bavaglio,, che potrà potenzialmente rendere “omofobo per legge” chiunque non si allinei al mainstream".

Spiegano in una nota gli organizzatori della manifestazione: "Il ddl Zan è un testo funzionale alla repressione del dissenso: si punirà (e poi si “rieducherà” come previsto dal testo stesso) chi si esprimerà in modo “non allineato” sui temi della famiglia, del matrimonio e dell’identità umana. Ma è chiaro che siamo all’interno di un disegno molto più grande. Siamo di fronte ad un potere transnazionale che impone le proprie idee, attraverso media e politica, ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette, col supporto di sedicenti esperti, giornalisti, artisti che divulgano il Pensiero unico senza contraddizione. E così l’identità deve diventare fluida, l’uomo non è più signore del creato ma è un essere come tanti, anzi l’animale più crudele perché può far ammalare il pianeta, la sua esistenza va controllata con algoritmi in ogni momento, per evitare che diventi un pericolo, i legami sociali vanno tranciati, l’individuo deve essere isolato e quindi più controllabile. Lo Stato e le entità sovrannazionali, oggi sempre più in mano alla grande finanza e alla tecnocrazia, pretendono di definire che cosa è bene e che cosa è male, quali sono i diritti “concessi” ai cittadini e quali negati, quali attività sono essenziali e quali no, che cosa si può dire e che cosa no, che cosa si può fare e che cosa no. Il dissenso viene ridicolizzato, deriso, screditato, poi silenziato attraverso censure sempre più sistematiche sui social media, e poi ancora patologizzato. Etichettare le persone come “omofobe” infatti è il preludio del segnalarle come affette da una fobia incontrollata e patologica, lo stesso avviene con chi in questo momento non condivide le politiche di gestione della pandemia, che in qualche caso ha subito addirittura un trattamento sanitario obbligatorio. Il metodo è simile perché la matrice è la stessa. Non saremmo quindi sinceri se non dicessimo che non è solo una questione di libertà: questo testo impedirà di esprimere pubblicamente la verità sull’uomo, ovvero che nasciamo maschio e femmina e nessuna legge potrà cambiare questa realtà".

Alla manifestazione di Modena ha aderito anche Il Popolo della Famiglia e la Lega.

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