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"500 giovani straordinari", un anno di servizio civile in cifre

Oltre 600 mila ore al lavoro con anziani, disabili, bambini delle aree terremotate

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Addirittura 2800 le candidature arrivate nell’aprile dello scorso anno per rispondere all’appello lanciato dai bandi straordinari del servizio civile a favore delle popolazioni terremotate dell’Emilia. 350 i giovani selezionati dal bando nazionale “Per Daniele: straordinario come voi” ai quali si sono aggiunti 100 ragazzi stranieri a cui l’opportunità è stata offerta dal bando della Regione Emilia-Romagna. A questi 450 impegnati in ambito educativo e assistenziale, si sommano altri 50 giovani volontari che grazie al bando dell’Arci “Ri-partire dalla cultura e dal patrimonio artistico” hanno lavorato al recupero dei beni storici e artistici danneggiati dal sisma.

Quattro le province dove hanno operato i volontari degli ambiti educativo e assistenziale: Bologna, Ferrara, Reggio Emilia e, soprattutto,  Modena il cui capoluogo, non colpito direttamente dal sisma, si è messo a disposizione per coordinare la coprogettazione straordinaria che ha coinvolto 77 enti  pubblici e privati. Complessivamente 180 le sedi operative che hanno accolto i ragazzi, tra le quali 15 scuole, 10 case protette, 18 oratori, 20 centri giovanili, 14 associazioni di pubblica assistenza, 27 punti d’ascolto, 6 case famiglie, 8 biblioteche e 12 centri per disabili e decine di servizi sociali comunali e sanitari dell’Ausl.

Ogni volontario ha all’attivo 1400 ore di servizio di cui 98 per la formazione. In tutto potremmo stimare oltre 600 mila ore di servizio civile a favore delle popolazioni terremotate. “Un’esperienza ottima per migliorare competenze, crescita personale, integrazione nel territorio e per aiutare a decidere del proprio futuro” dicono i giovani protagonisti che si dicono anche “desiderosi di restare in rapporto con realtà e servizi conosciuti e di continuare a svolgere un servizio utile per la comunità”. E’ quanto emerge dal monitoraggio dell’ufficio Politiche giovanili Cooperazione internazionale del Comune di Modena.

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