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Politica Pavullo nel Frignano

"Salviamo il Ponte di Olina", vittorio Sgarbi scrive al Ministero

Per il noto critico d'arte la realizzazione della centrale idroelettrica in zona Cascina Ignazio, a valle dello storico ponte cinquecentesco, minerebbe l'equilibrio paesaggistico. La Soprintendenza ha dato il nulla osta ai lavori

La centrale idroelettrica di prossima costruzione lungo il torrente Scoltenna sarebbe una minaccia "paesaggistica" per il ponte di Olina. A sostenerlo è Vittorio Sgarbi, che ieri ha lanciato un appello attraverso il proprio profilo social: "Chiedo al ministro Franceschini di fermare questo nuovo scempio. Nel 1500 venne eretta un’opera maestosa, frutto dell’ingegneria dei tempi, il Ponte di Olina. Di grande importanza storica, era l’unica via di accesso che metteva in comunicazione Modena con Lucca. A valle di questo storico monumento, (a circa 500 metri) verrà edificata una centrale idroelettrica denominata «Cascina Ignazio» per la produzione di energia pulita. Chiedo al ministro Franceschini di fermare questo nuovo scempio".

Il critico d'arte fa riferimento all'impianto idroelettrico da tempo in cantiere nel territorio di Pavullo, appunto a pochi metri di distanza dallo storico manufatto di Olina, uno dei simboli dell'appennino modenese. Il progetto, presentato dalla ditta milanese K7 Srl, ha ottenuto un anno fa l'autorizzazione, superando il controllo della Conferenza dei Servizi sull'impatto ambientale.

Lo stesso Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, interrogato sul fronte della tutela archeologica, ha approvato la costruzione della centrale con una particolare osservazione: "In relazione alla prossimità del Ponte Olina si chiede di mitigare per quanto possibile l'impatto degli edifici di nuova edificazione, interrandoli parzialmente in modo da ridurre l'altezza fuori terra e realizzando una copertura in materiali conformi all'architettura locale". Anche l'Amministrazione Comunale di Pavullo, che ha confermato il progetto lo scorso autunno, ha garantito una vigilanza sull'equilibrio paesaggistico della zona.

La costruzione del ponte risale al 1522 e fu voluto direttamente dai Montecuccoli e dal podestà di Sestola, ma in realtà ne fu spinta la costruzione da parte dei signori di Firenze e Lucca, per fare del Frignano un "ponte" tra la Toscana e l'Emilia. All'epoca della costruzione, il ponte fu edificato secondo criteri molto avanzati per la tecnica del tempo, infatti l'arcata ha una forma di tipo parabolico e seppur porti un carico di peso enorme, la sua linearità rimane semplice, creando un'idea di leggerezza.

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