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Maserati, i sindacati restano senza risposte e sperano in Renzi

Fim, Fiom e Uilm, che spesso hanno seguito percorsi sindacali diversi: "Oggi regna l'incertezza. La Regione faccia parlare l'azienda". Obbiettivo è salvare i posti di lavoro, ma sono già previsti diversi trasferimenti

I sindacati confidano nello slancio del premier Matteo Renzi, venerdi' scorso in Regione, per una possibile svolta sul caso Maserati (incombe lo stop alla produzione di Grancabrio e Granturismo a Modena dal primo giorno del 2017). Se Renzi ha confessato a Bologna che il governatore Stefano Bonaccini lo ha già richiamato all'ordine e quindi "cercheremo di dare una mano", Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil aspettano che lo stesso Bonaccini incontri in questi giorni una delegazione aziendale, dopo la riunione già sfumata nei giorni scorsi in Regione. 

I tre segretari provinciali dei metalmeccanici, Cesare Pizzolla, Claudio Mattiello e Alberto Zanetti, non registrano novità in fabbrica ma si dicono preoccupati sia per i 120 esuberi emersi (105 operai e 15 impiegati, su 300 posti in tutto) sia per i lavoratori che resteranno negli stabilimenti modenesi del Tridente. Intanto, la cig procede e a maggio è attesa in aumento ma procede pure "all'insegna di una grande incertezza" la consultazione interna sul trasferimento di addetti in Ferrari, neanche una cinquantina, o in altri siti del gruppo ex Fiat, anche se di ufficiale le parti sociali non sanno ancora nulla. 

Si aspetta in ogni caso un cenno dalle istituzioni: "Alcuni punti di vista diversi tra noi sindacati restano, ma a livello istituzionale ci muoviamo insieme. Il problema è capire cosa ha in mente l'azienda, che ha già detto di non voler programmare grandi volumi qui. Resta l'assemblaggio dell'Alfa 4C; se poi arrivasse un modello Maserati di nicchia cio' significherebbe 2.000-3.000 vetture l'anno, non sarebbe male ma non basterebbe- segnala il segretario Fim- per salvaguardare appieno l'occupazione. Sui 40-50 dipendenti che potrebbero essere trasferiti aspettiamo di saperne di più".

In questo quadro, "siamo preoccupati sia per i lavoratori in esubero sia per quelli che rimangono" con una prospettiva di nuova cassa integrazione, aggiunge Pizzolla. Contestualizza Zanetti: "Fino al 2018 gli accordi nazionali dicono che nessun stabilimento deve cessare e che al 2020 ci sarà la chiusura degli ammortizzatori sociali nel mondo ex Fiat. Vedremo gli investimenti sul Levante a Mirafiori e quali auto verranno collocate a Modena, dove sarebbe un delitto chiudere sia per l'indotto sia per l'esperienza dei lavoratori modenesi". Pizzolla intanto spera su Renzi: "C'erano già state interpellanze del deputato Pd Davide Baruffi al Governo, ora si è accesa la 'spia rossà su Maserati; aspettiamo, intanto è un bene aver creato di nuovo attenzione sulla vertenza". 

(DIRE)

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