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Politica Caduti in Guerra / Viale Martiri della Libertà

Fondazioni bancarie, la politica indica la strada dell'unificazione

Le quattro fondazioni di Modena, Mirandola, Carpi e Vignola sviluppano sinergie per affiancare gli enti locali in un'ottica di area vasta. Pighi e Sabattini auspicano un futuro soggetto univoco

Nei giorni scorsi, il presidente della Provincia e i sindaci dei Comuni capo-distretto modenesi hanno incontrato i presidenti delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Modena, Mirandola, Carpi e Vignola per avviare una riflessione sugli scenari futuri, partendo dalla considerazione che questi istituti  rivestono un ruolo insostituibile per lo sviluppo della provincia, sostenendo con risorse importanti le politiche per il welfare, la cultura e la ricerca scientifica, laddove le scarse finanze pubbliche oggi faticano ad arrivare.

Potenziare le sinergie tra le quattro fondazioni bancarie della provincia di Modena, con l’obiettivo di creare politiche di area vasta e, in prospettiva, realizzare economie di scala per mettere ancora più risorse economiche a disposizione del territorio: questo l'obiettivo dell'incontro, come spiegano il presidente della Provincia Emilio Sabattini e il sindaco di Modena Giorgio Pighi. Ma non solo. I massimi esponente politici locali hanno anche auspicato un ulteriore passo in avanti.

“Quale sia la via da seguire non sta agli enti locali deciderlo, saranno naturalmente le Fondazioni nella loro autonomia a farlo. Ma la prospettiva a cui guardiamo – hanno spiegato – è quella di una crescita delle sinergie che porti a un coordinamento sempre più stretto che può anche svilupparsi nel tempo fino a dare vita a un soggetto unico, continuando a garantire identità e risorse dei singoli territori, favorendo quella semplificazione istituzionale che rappresenta oggi un obiettivo prioritario di tutto il sistema”.

Una prospettiva a ben vedere rivoluzionaria per il territorio, per i suoi assetti economici e per la politica stessa, legata a doppio filo con le Fondazioni bancarie. E proprio quest'ultimo fattore fa pensare ad un obiettivo di pressoché utopica realizzazione. Come noto, dei 69 consiglieri d’indirizzo delle quattro Fondazioni bancarie una trentina sono nominati dal sistema degli enti locali, oltre a quelli indicati da Camera di Commercio, Università, Diocesi, enti culturali, ordini professionali e altri espressioni della società. E questi, a loro volta, eleggono i consigli di amministrazione (complessivamente 23 membri) e gli organismi di vigilanza. Vincoli decisamente stretti per poter pensare oggi ad un'unificazione.

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