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Esternalizazione dei nidi, Sinistra per Modena: "Un errore, non possiamo sostenerle"

Lettera al sindaco per chiarire la propria contrarietà all'ulteriore privatizzazione dei servizi. Ma i tempi imporranno nuovi modelli

Il progetto di esternalizzazione degli asili nido agita le forze di maggioranza. Per quanto possa apparire come argomento marginale in un momento in cui l'emergenza covid è ancora lungi dall'essere alle spalle, il tema più ampio della tenuta e rimodulazione dei servizi pubblici in città è invece di cruciale importanza ed inevitabilmente arriverà a diventare il tema chiave per la politica locale nei prossimi mesi.

Come noto, la Giunta lavora ad una modifica del servizio educatico 0-3 anni, della quale tuttavia non si conoscono ancora tutti i contenuti. L'ipotesi nasce dalla volontà politica dell'attuale Amministrazione - come riferito dall'assessore Baracchi nei giorni scorsi - di allargare i posti nido ad una fascia sempre più ampia, ma per farlo si dovrà ricorrere all'ulteriore privatizzazione del servizio.

Un'idea che trova la ferma contrarietà del principale alleato di maggioranza del Partito Democratico, vale a dire "Sinistra per Modena", che siede in consiglio comunale con 3 eletti. Il gruppo, insieme ad Articolo Uno, ha scritto una lunga lettera in cui esprime le proprie ragioni sul tema  in maniera molto diretta: "Oggi chiediamo al Sindaco e alla Giunta della nostra città di evitare di commettere gli stessi errori del recente passato: davanti ad una crisi economica non si può reagire di nuovo attraverso la privatizzazione e la riduzione del controllo pubblico del Welfare, come è già stato fatto troppe volte negli scorsi anni, anche a Modena. Per questi motivi la proposta di esternalizzazioni di servizi sociali e di servizi educativi avanzata in queste settimane dal Sindaco e di cui tanto si dibatte in città trova in noi una posizione di netta contrarietà".

"Chiediamo che il Comune renda pubblica una posizione tecnica rispetto al fatto che non siano possibili altre soluzioni a parte l’esternalizzazione si legge nella lettera aperta - che venga esplicitato perchè non si possa procedere con l’assunzione di personale, quando allo stato attuale il turn over delle pubbliche amministrazioni è sbloccato, perché non si stia procedendo alla stabilizzazione del personale educativo precario che da anni garantisce continuità e professionalità ai servizi, attraverso la proroga del DL Madia. E chiediamo in ogni caso che si trovino soluzioni alternative alle esternalizzazioni, per non disperdere il patrimonio del nostro sistema educativo, già profondamente ridimensionato negli ultimi anni. L'esperienza straordinaria dei nidi modenesi deve rimanere patrimonio pubblico di tutte e tutti, fosse non altro per non tradire una storia di cui siamo certi di essere tutti fortemente orgogliosi. Prima di valutare altre soluzioni, comunque in un perimetro pubblico, è necessario secondo noi realizzare tutte queste valutazioni e renderle disponibili alla città e alle parti sociali nel modo, come è nella cultura della nostra città, più trasparente possibile".

La posizione è chiara: "Procedere con queste prime esternalizzazioni è un errore. Si tratterebbe di una scelta che noi non potremmo sostenere". Se questo strappo produrrà una crisi di maggioranza è ancora presto per capirlo, ma indubbiamente il fermento nel centrosinistra è molto.

In attesa di conoscere più nel dettaglio le scelte dell'Amministrazione, va però rimarcato che la strada dell'estrnalizzazione, o comunque di una maggiore flessibilità (o precarietà, se preferite) dei servizi pubblici sembra ormai irrinunciabile. Pesano come un macigno in questo senso le parole del presidente del Consiglio Comunale Fabio Poggi (Pd), che in una lunga riflessione sul tema ha spiegato: "L'emergenza che stiamo attraversando avrà ripercussioni pesantissime sulle risorse del Comune. Sarà impossibile garantire gli stessi standard qualitativi e quantitativi dei servizi e saremo costretti a dare risposte a bisogni nuovi e in maggior numero con molte meno risorse a disposizione". Parole che aprono a piccole grandi rivoluzioni in Comune.

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