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Sussidi, la Cgil sollecita la spedizione delle social card agli immigrati

Il sindacato modenese fa pressioni sui parlamentari locali affichè sblocchino i buoni spese per gli stranieri extracomunitari, che non possono essere distribuiti da Poste Italiane a causa di lentezze burocratiche del Ministero. Inviate dalla Cgil anche diffide formali

La Legge di Stabilità 2014 ha esteso il diritto alla social-card anche agli immigrati in possesso del permesso di soggiorno per lungo periodo o per asilo politico o protezione sussidiaria: si tratta della carta-acquisto di 80 euro bimestrali destinata ai cittadini extracomunitari. Tuttavia, queste tessere di sussidio non sono ancora pervenute e questo fatto ha suscitato le ire della Cgil modenese, che segue nei suoi uffici molti cittadini stranieri.

Presso gli uffici del Centro Lavoratori Stranieri e Inca Cgil di Modena, sono infatti state compilate nei giorni scorsi alcune richieste di social-card per cittadini immigranti lungo soggiornanti che però, una volta presentate agli uffici postali come prevede la normativa, non sono state accolte per disguidi tecnici, visto che il sistema informatico di Poste Italiane è impostato solo per l’accoglimento a favore di cittadini italiani. 

Per questo motivo gli uffici dell'Inca e del Centro Lavoratori Stranieri Cgil hanno inviato diffide, sia ai direttori degli uffici postali che al Ministero dell'Economia e delle Finanze, ad adempiere al rilascio della social-card. Solo Poste Italiane al momento ha risposto che "non può di propria iniziativa procedere all'attuazione delle modifiche del servizio in assenza di indicazioni da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che deve disciplinare l'operatività, la modulistica d'accesso al servizio, le verifiche dei requisiti e la messa a disposizione dei fondi necessari per l'erogazione dei contributi stessi".

A fronte di una situazione che pare non sbloccarsi, la Cgil di Modena ha perciò deciso di portare avanti questa battaglia in sede politica, chiedendo ai parlamentari modenesi di attivarsi per la soluzione del problema, affinché il Ministero superi definitivamente l’impasse.

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