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Niente corsa a sindaco per Bonaccini, il PD alla ricerca di soluzioni

Stefano Bonaccini segue la chiamata di Matteo Renzi e sceglie di dedicarsi a tempo pieno alla segreteria nazionale, abbandonando la possibilità di concorrere alla poltrona di sindaco. Venerdì le regole per le primarie, mentre la strada di Francesca Maletti si fa in discesa

L'annuncio ufficiale è arrivato, chiudendo una lunga puntata della corsa a candidato sindaco di Modena e aprendone al tempo stesso un'altra. Il segretario regionale PD Stefano Bonaccini - fresco di nomina tra i 12 volti che costituiscono da qualche giorno la segreteria nazionale di Matteo Renzi – ha sciolto la riserva sulla sua possibile candidatura a primo cittadino di Modena, chiudendo definitivamente ogni possibilità in tal senso. “Non sono nella condizione di candidarmi a sindaco di Modena - ha spiegato Bonaccini - non per mancanza di rispetto alla città, ma per il forte impegno che la carica di responsabile degli Enti locali della segreteria nazionale del Pd che mi è appena stata affidata richiede e che non si concilia con una corsa alla guida della città”. Bonaccini ha volutamente ritardato questa sua comunicazione ufficiale, per attendere sia l'esito del processo che lo vedeva imputato sia le primarie nazionali.

“Ringrazio tutti coloro che in questi mesi mi hanno chiesto di esserci – ha aggiunto Bonaccini in conferenza stampa - So che è un treno che passa una volta e magari non passerà più, ma per come sono fatto non è possibile rischiare di non fare bene due cose così importanti”. Una questione di priorità dunque, che lancia l'ex assessore in una dimensione nazionale ben più ampia di quella modenese, dove tuttavia, tornerà a giocare un ruolo importante proprio in vista delle amministrative 2014, essendo appunto responsabile nazionale degli Enti Locali e quindi delegato a gestire le delicate fasi di elezioni primarie.

Ma l'uscita di scena di Stefano Bonaccini rappresenta un rebus non facilmente risolvibile per il PD modenese. Lo stesso segretario provinciale, Lucia Bursi, non ha fatto mistero del fatto che per “una grossa fetta del partito, Bonaccini era considerato il candidato che meglio rispondeva alle logiche della città di Modena, per profilo, identità e storia”. Un brutto colpo perciò per gli equilibri del Partito Democratico, che si trova a dover gestire l'assenza di nomi forti, unitamente ad un'inedita fase di trasformazione delle vecchie correnti di appartenenza, come sancito dal risultato delle primarie.

In tutto questo, si rafforza il ruolo di Francesca Maletti, ormai in aperta campagna elettorale. Non è un mistero che la grande visibilità personale che l'assessore alle Politche Sociali ha deciso di prendersi anticipando ogni decisione ufficiale desta non pochi mal di pancia in seno al partito. Lo stesso Bonaccini ha sottolineato come la Maletti avrebbe fatto meglio a porre il suo progetto in altre sedi, ossia in quelle interne.

Passaggio fondamentale sarà perciò la direzione provinciale di venerdì prossimo, sede in cui verrà presentato uno schema di regolamento in vista delle primarie, che potrebbero celebrarsi a fine febbraio, sulla scia di quanto si sta decidendo a livello regionale. Accomiatandosi dalla scena modenese, Stefano Bonaccini non ha rinunciato a tracciare un quadro della sfida che attende la città: “Modena è largamente percepita come una città in declino, ma in realtà possiede tutte le risorse e le energie necessarie. Il PD – ha concluso – deve aprire una discussione nuova, che forse ultimamente è un po' mancata, che si all'altezza della città”.

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