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Unione metropolitana, per Modena un futuro con altri sei comuni

Studio di fattibilità in corso per una collaborazione con Castelfranco, San Cesario e i quattro centri dell'Unione del Sorbara. Sul piatto l'unificazione dei servizi, delle strutture e delle procedure amministrative

Nel futuro di Modena potrebbe esserci una “Unione metropolitana” oppure un’area di collaborazione intercomunale metropolitana che, con oltre 260 mila abitanti, rappresenterebbe sicuramente una delle più grandi in Italia. È la prospettiva verso la quale si sta muovendo lo studio di fattibilità avviato lo scorso anno dal Comune di Modena insieme ai Comuni di Castelfranco, San Cesario e ai quattro dell’Unione del Sorbara (Nonantola, Bastiglia, Bomporto e Ravarino) per studiare, in collaborazione con l’Anci, una nuova forma associativa che consenta, in una fase di riforme che prevedono anche un ruolo diverso o il superamento delle Province.

Lo studio di fattibilità è ormai in fase avanzata, la presentazione è prevista a settembre. Nel lavoro di approfondimento sono stati coinvolti sindaci e giunte, consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, parti sociali, mentre un questionario è stato rivolto ai dirigenti comunali ed è stata realizzata anche una raccolta di dati specifica per tutti i sette comuni. L’area interessata dallo studio è complessivamente di 447 chilometri quadrati e rappresenta il 17% del territorio provinciale. La popolazione residente è di 261mila persone, il 37% di quella dell’intera provincia.

Le ipotesi su cui si sta ragionando in termini organizzativi sono quelle “di una possibile Unione tra i sette Comuni oppure, più probabile, una Unione a sei Comuni più Modena – spiega il vicesindaco di Modena Boschini – con l’Unione che definisce con il capoluogo convenzioni per la gestione in forma associata di alcune materie e di specifici servizi, anche sulla base di collaborazioni ed esperienze che sono già in corso”.

La soluzione “sei più uno” sarebbe anche quella più coerente con le indicazioni della legge regionale 12 dello scorso anno che conferma un legame tra Unioni e distretti sociosanitari, così come impone alcune rigidità sul sistema di governo e nella composizione delle giunte. “Il processo in corso comunque terrà conto del quadro normativo – precisa Boschini – e lo studio che verrà presentato a settembre offrirà alcune alternative tra cui scegliere entro la primavera del 2014, come previsto, in modo da consentire che anche questo diventi un tema di confronto e di condivisione con i cittadini in vista delle elezioni amministrative”.

“Sono state approfondite, in particolare, le possibilità di definire convenzioni o gestioni in forma associata di alcuni servizi – conclude il vicesindaco – a partire da quelli più legati all’organizzazione, come la gestione del personale o la stazione unica appaltante, fino ad arrivare ai sistemi informatici, ai lavori pubblici, alla Polizia municipale e al welfare: sia nell’ambito educativo e scolastico sia in campo sociale e sociosanitario, così come in quello culturale e ricreativo. Insomma, un investimento sull’innovazione istituzionale per accrescere l’efficacia dell’azione amministrativa”.

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