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Tariffe per i centri disabili, agevolazioni solo in base all'Isee

Ok in Consiglio comunale al nuovo Regolamento che definisce i criteri di accesso e la definizione delle “rette” allineandosi alle recenti sentenze

Per determinare l’eventuale agevolazione economica che spetta a chi accede ai Centri socio-riabilitativi residenziali e diurni per persone disabili si farà esclusivamente riferimento all’Isee socio-sanitario o socio-sanitario residenziale dell’ospite e, quindi, attraverso l’indicatore economico sarà stabilita la quota di compartecipazione della tariffa, definita dalla Regione Emilia-Romagna, riconosciuta al gestore per il servizio erogato nelle strutture. La novità è introdotta nel nuovo Regolamento comunale dei Centri socio riabilitativi residenziali e diurni per persone disabili che entrerà in vigore l’1 luglio, come stabilito nella delibera, presentata dall’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli nella seduta di giovedì 8 aprile del Consiglio comunale di Modena, approvata con i voti di Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena civica e Movimento 5 stelle. Contrari Lega Modena, Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia e Forza Italia.

“L’attenzione del Comune verso le condizioni di disabilità è massima, come dimostra l’impegno per integrare i fondi statale e regionale per la non autosufficienza - ha commentato l’assessora Pinelli -. La modifica del Regolamento assicura un più fedele allineamento alle recenti sentenze sull’applicazione dell’Isee come indicatore unico della valutazione della situazione economica ai fini dell'ottenimento di agevolazioni tariffarie. Di fatto elimina per i Centri diurni la tariffa base fissata per tutti dal Comune di Modena in 6 euro al giorno a fronte di una spesa media di 128 euro riconosciuti ai gestori del servizio; mentre la quota media per le prestazioni nei Centri residenziali nel 2019 è mediamente ammontata, per l’utente, a 32 euro, a fronte di una spesa di 187 euro”.

“Il nuovo metodo di definizione del diritto all’agevolazione - prosegue l’assessora Pinelli - continua a basarsi sul reddito delle persone disabili e, come in passato, il contributo richiesto per usufruire delle prestazioni è proporzionale alla disponibilità economica, ma non tiene più conto, per esempio, dell’assegno di accompagnamento”.

Il Regolamento, sottoposto nelle scorse settimane alla Commissione consiliare Servizi, è riferito alle persone disabili maggiorenni e alle loro famiglie e prevede l’innalzamento dell’età dei destinatari delle prestazioni da 60 a 65 anni, per i quali vengono attivati percorsi personalizzati multidimensionali che nel tempo, alla luce di mutate esigenze e condizioni degli ospiti, possono essere modificati e adeguati, anche con nuovi servizi. Nel documento è confermato il ruolo centrale delle stesse famiglie, introducendo inoltre la possibilità, estesa anche a tutori e amministratori di sostegno, di prendere decisioni per conto dell’ospite nel caso non sia in grado di comprendere l’attività attivata a suo favore.

L’impianto del documento non cambia, a partire dalle finalità: innanzitutto garantire alla persona disabile livelli adeguati di tutela tenendo conto delle caratteristiche personali, del contesto familiare e delle aspettative, attraverso interventi atti a conservare e potenziare autonomie e abilità; in secondo luogo, definire procedure, modalità e criteri per l’accesso che rispondano a principi di equità. I criteri per la formazione delle graduatorie di ammissione degli ospiti mantengono al centro i bisogni socio-educativo, riabilitativo, assistenziale e sanitario della persona disabile alla quale nella scheda di valutazione è assegnato un punteggio massimo di 70 su 100. Alla capacità di supporto socio-educativo assistenziale della rete familiare, oltre che dei servizi pubblici e privati eventualmente attivati (misurata attraverso appositi indicatori che valutano diverse variabili), invece, è attribuito il punteggio massimo di 30 su 100; a parità di punteggio le domande sono ordinate sulla base della data di inserimento in graduatoria.

Una commissione composta da cinque membri (funzionari e dirigenti di Comune e Ausl, che si riunisce con cadenza trimestrale), dispone gli accessi ai servizi e un’équipe integrata socio-sanitaria, l’Unità di valutazione multidimensionale (Uvm), si occupa di attribuire i punteggi; la stessa Uvm può valutare anche, nel tempo, la modifica dei servizi residenziali o diurni assegnati. Inoltre, nel documento è formalizzato pure l’iter di verbalizzazione dei lavori delle commissioni, una pratica già adottata dall’organismo.

Tra le altre novità previste dal nuovo Regolamento, l’introduzione del limite massimo di assenze non giustificate da malattia (30% delle giornate programmate in sei mesi), superato il quale scatta la dimissione dal servizio diurno; l’assegnazione di una quota di almeno 120 euro mensili agli ospiti dei Centri socio riabilitativi residenziali per le spese personali; l’adeguamento del trattamento dei dati personali in base alle prescrizioni normative del Gdpr (regolamento Ue 2016/679).

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione della delibera

Il Consiglio comunale di Modena ha approvato il nuovo Regolamento comunale dei Centri socio riabilitativi residenziali e diurni per persone disabili, che definisce i criteri di accesso e la definizione delle “rette” allineandosi alle recenti sentenze, in particolare la determinazione delle agevolazioni in base all’Isee. La delibera, presentata dall’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, ha ottenuto il voto a favore di Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena civica e Movimento 5 stelle; contrari Lega Modena, Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia e Forza Italia.

Aprendo il dibattito, Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) ha espresso perplessità sul regolamento: “Le aspettative erano superiori – ha detto – soprattutto dal punto di vista economico: sarebbe stato meglio fare una tabella sulle contribuzioni, per evitare ogni forma di discrezionalità”. Il consigliere ha sottolineato che “l’Amministrazione decide in maniera soggettiva troppi elementi: la formazione delle commissioni, la stessa valutazione della persona disabile, che non prevede un vero contraddittorio, e la scelta della struttura in cui inserire la persona, su cui non si può intervenire”.

Anche secondo Barbara Moretti (Lega Modena) “una tabella avrebbe contribuito a fare maggiore chiarezza sulle contribuzioni”. Rilevando la “parziale soddisfazione per le modifiche che hanno riguardato il Regolamento”, e sottolineando la necessità di revisionare le modalità di contribuzione al costo del servizi “viste le pronunce della magistratura”, la consigliera ha sollevato dubbi sul fatto che “nella definizione delle graduatorie degli ospiti si contino pure i servizi privati”. Inoltre, Moretti ha chiesto “maggiore precisione” nell’ambito delle procedure di variazione delle prestazioni pensate per gli ospiti.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia), spiegando che il Regolamento “presenta ancora criticità”, è intervenuta, in particolare, sul tema della compartecipazione al costo del servizio. “Sulla valutazione del reddito, il Regolamento si è allineato alle sentenze della magistratura ma, insieme al riferimento alle indennità, sono scomparse anche le indicazioni sul calcolo dei costi del servizio”, ha affermato. Più in generale, “i criteri dovrebbero esplicitati per non essere discrezionali; invece, il regolamento stabilisce solo le linee di indirizzo”. Nella modifica del documento, ha poi osservato la consigliera, “avrebbero dovuto essere coinvolte le famiglie e le associazioni dei disabili”.

Per il Pd, Vittorio Reggiani ha messo l’accento sulla progettazione personalizzata delle azioni per persone disabili: “In questo percorso possono essere coinvolte le figure che vivono intorno all’ospite del Centro, col ruolo centrale dell’assistente sociale. Si tratta di un punto fondamentale, perché contribuisce a definire il percorso di assistenza”. Reggiani ha sottolineato anche l’importanza, per il Comune, di avere il “quadro” dei servizi proposti dai centri, “per individuare la destinazione migliore per ogni persona, anche costruendo gruppi il più possibile omogenei e quindi azioni maggiormente efficaci”. In sede di dichiarazione di voto, Antonio Carpentieri ha spiegato che “il documento che stiamo votando è un Regolamento e, in quanto tale, deve indicare le linee di indirizzo e il quadro generale; in questo caso le modifiche prendono spunto da recenti sentenze”. Il capogruppo ha precisato che “è normale lasciare alla giunta la scelta delle politiche tariffarie, nel rispetto della legge e nei limiti della compartecipazione fissata dalla legge regionale. Di conseguenza, attraverso l’Isee è possibile conoscere i termini della compartecipazione”.

Nel dibattito è intervenuto anche il presidente del Consiglio comunale, Fabio Poggi: “Nel Regolamento non sono indicate le tariffe per i servizi – ha spiegato – perché i costi delle prestazioni sono adeguati annualmente. Per questo motivo, nel documento, in questo come in altri, vengono indicate solo le modalità per definire le stesse tariffe”.

In sede di replica, l’assessora Pinelli ha spiegato che nel Regolamento non mancano gli elementi per calcolare il costo del servizio: “I criteri sono dettati dalle deliberazioni regionali che fissano anche la quota di compartecipazione”, ha osservato. In questa fase, ha proseguito, “il Comune sta rivedendo i servizi sociosanitari e, di conseguenza, l’inserimento nel Regolamento di una tabella delle tariffe avrebbe rischiato di essere rivista in base allo sviluppo dei servizi stessi”. Spetterà poi alla giunta “definire il livello dell’Isee funzionale alla possibilità di richiedere agevolazioni”. Infine, rispondendo sul tema della condivisione del Regolamento con la comunità, l’assessora ha fatto presente che “il confronto con le famiglie con persone disabili è costante e, infatti, per la prima volta alcuni rappresentanti di famiglie interessate sono stati presenti alla discussione del documento in Commissione consiliare Servizi”.

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