Settore carni, Muzzarelli chiama gli attori del territorio ad un tavolo di confronto
Il Presidente della Provincia: "Rispetto della legalità e dignità del lavoro". In viale Martiri un confronto con enti locali, coop, associazioni e sindacati
La situazione della Castelfrigo di Castelnuovo Rangone sarà il tema al centro della discussione nel Tavolo provinciale sul settore carni in programma lunedì 13 novembre (alle ore 18) nella sede della Provincia. Al tavolo partecipano tutte le parti interessate: associazioni di categoria, sindacati, centrali cooperative e diversi Comuni.
Come sottolinea Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, convocando l'incontro, «abbiamo avviato da tempo questo tavolo con l'obiettivo di favorire il confronto tra tutte le parti interessate, garantendo una costante attenzione da parte delle istituzioni su un settore strategico per l'economia modenese. Il nostro filo conduttore ha sempre posto l'accento sulla qualità dei prodotti che deve coniugarsi con la difesa della legalità, della dignità del lavoro e dell'occupazione».
La scorsa estate il tavolo provinciale, dopo mesi di confronto, ha prodotto un primo documento condiviso dai rappresentanti di Confindustria Emilia, Confesercenti, Cgil, Cisl e Uil, Legacoop Estense, Confcooperative, Confimiemilia, Agci Mo-Re, Cna e Lapam, Provincia e i Comuni di Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Spilamberto e Vignola. L’accordo individua alcune proposte per superare le vertenze legate all'utilizzo di lavoratori soci o dipendenti di imprese e cooperative in alcune aziende del settore carni che operano sugli appalti.
Il documento, ponendo al centro il valore del lavoro e la sua tutela come elementi essenziali, chiede, tra l'altro, una legge nazionale che consideri il problema sorto a Modena nella sua specificità, individuando gli strumenti per salvaguardare la competitività delle imprese e la tutela del lavoro e dei lavoratori, scongiurando l'utilizzo improprio delle esternalizzazioni.
Purtroppo, tuttavia, le semplici dichiarazioni di intenti da parte di enti locali e sigle varie non è uno strumento sufficiente a ricondurre "oltre la soglia della decenza" alcune dinamiche di somministrazione del lavoro, per le quali è indispensabile un intervento da parte dello Stato, sia da un punto di vista delle verifiche, sia da quello normativo.