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Ricostruzione, l'assessore Rabboni replica alle critiche di Coldiretti

"Già rilasciate concessioni di contributo tra cui quella al caseificio Novese per 12 milioni di euro. Dal PSR circa 38 milioni di euro. Il meccanismo sta funzionando"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

“Sono già state rilasciate concessioni di contributo a favore delle imprese agricole e agroindustriali per la ricostruzione di edifici produttivi e l’indennizzo del formaggio danneggiato. Una di queste è quella che  assegna oltre 12 milioni di euro al caseificio Razionale Novese che al momento del sisma conservava 74.600 forme di Parmigiano Reggiano. Per quanto riguarda le attrezzature agricole, i macchinari, i ricoveri per scorte e bestiame  e le altre tipologie di danni coperti dal Piano regionale di sviluppo rurale, abbiamo concluso il primo avviso pubblico relativo a 18 milioni di euro per il quale ci sono già  richieste di pagamento in corso come acconto o saldo. Entro giugno  arriveranno le concessioni relative al secondo avviso per  ulteriori 10 milioni di euro, mentre a settembre si chiuderanno i termini  per usufruire di altri 10 milioni di euro. Come per tutti i Bandi del PSR anche in questi casi le risorse vengono materialmente saldate dietro presentazione di fattura. In alternativa però l’azienda può chiedere subito un anticipo del 50%. Tengo a sottolineare che fino ad ora tutte le domande sul PSR sono state accolte. Tutto questo dimostra che il meccanismo sta funzionando”.

Così l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni in risposta a quanto dichiarato dalla Coldiretti regionale. “Mi fa piacere che Coldiretti riconosca il lavoro puntuale e tempestivo fatto dalla Regione per quanto riguarda il rilevamento dei danni e lo stanziamento dei fondi – sottolinea Rabboni –  voglio  però ricordare che quella che viene chiamata burocrazia è uno strumento fondamentale per garantire, nell’erogazione del denaro pubblico, correttezza, equità e trasparenza. C’è stata una fase iniziale durante la quale gli agricoltori non hanno ricevuto soldi perché dovevano documentare in modo rigoroso la spesa necessaria alla ricostruzione o al ripristino dei danni. Ma ora quella fase è finita. Chi ha presentato le perizie  può senza indugi aprire i cantieri o, a seconda dei casi, incassare gli indennizzi. “

Che la “macchina” stia girando lo confermano anche altri dati. Ad esempio i 200 alloggi temporanei costruiti  per permettere agli agricoltori di rimanere in azienda vicino alla propria terra e al proprio bestiame, ma anche – sottolinea ancora Rabboni -  l’importante lavoro fatto per riparare  le  idrovore, le  arginature  e le altre opere di bonifica danneggiate, così da garantire la sicurezza idraulica in campagna: oltre 89 gli interventi realizzati per 22 milioni di euro.”/PF

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