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Immigrazione, il Centro per i rimpatri (ri)aprirà a Modena

Conferma oggi da parte della Prefettura, dopo mesi di voci che vedevano la struttura dell'ex Cie fra quelle selezionate dal decreto Minniti. Tanta perplessità fra la politica locale, con il sindaco che chiede più agenti per la gestione 

Si riparla anche a Modena di Cpr, i centri per i rimpatri declinati in chiave regionale secondo lo schema del ministro Marco Minniti. Il tema ha tenuto banco e tiene banco questa mattina, sia in Prefettura sia nella sala del Consiglio comunale dove il sindaco-presidente della Provincia, Gian Carlo Muzzarelli, sta ricevendo i parlamentari locali per parlare di sicurezza e soprattutto di rinforzi di agenti e di mezzi. Ci sono le condizioni ora per avviare l'iter del Cpr a Modena, ha segnalato il prefetto Maria Patrizia Paba. 

Una dichiarazione, come sempre ermetica da parte della Prefettura, che ha però il sapore dell'ufficializzazione della riattivazione della struttura di via Lamarmora, chiusa dopo il fallimento dll'esperianza del Cie.

Lo stesso Muzzarelli ne parla nell'aula consiliare rivolto ai neo eletti. "Le notizie di oggi sono quelle di ripartire con la discussione per la realizzazione dei Centri di permanenza e rimpatrio, previsti dal decreto 13 del 2017, e ci impongono una riflessione", segnala il presidente della Provincia. 

Aggiunge tra gli altri il deputato Pd Edoardo Patriarca, comunque non convinto, come altri, che il nuovo Cpr da solo possa risolvere tutto: "Il prefetto conferma l'iter sul Cpr, siamo impegnati affinchè non vengano impiegati per la sua gestione gli organici delle Forze dell'ordine attuali". Le due condizioni ribadite nei mesi scorsi affinchè il Cpr dell'Emilia-Romagna potesse spuntare proprio a Modena, in effetti, erano quelle di garantire più dignitose condizioni di vita ai suoi ospiti, rispetto allo stato del vecchio Cie, e di non distrarre agenti già presenti nel territorio alla sua gestione. Delle due condizioni, Muzzarelli cita la seconda oggi alla riunione. 

"I sindaci della provincia di Modena- continua Muzzarelli sul Cpr- hanno sempre detto che si trattava di uno strumento realizzabile ad una condizione fondamentale: bisogna assicurare i rimpatri fuori da ogni pianta organica delle forze di sicurezza oggi presenti nel territorio modenese. Se anche solo una forza di polizia viene spostato per questo, il territorio non è d'accordo. Dobbiamo essere chiari su questo, deve essere un potenziamento e non altro". Insomma, "servono forze straordinarie per rispondere a un problema straordinario".

E poi, continua il sindaco di Modena rivolto ai parlamentari, "bisogna adeguare la normativa per consentire impiego obbligatorio di immigrati, in attesa di permessi o rimpatrio, in lavori socialmente utili anche non retribuiti". Si tratta di richieste che si ritrovano nello stesso documento dei sindaci ai parlamentari, nel passaggio in cui si sollecitano "interventi per garantire la certezza della pena e attenzione per il fenomeno migratorio, in particolare per i richiedenti asilo, accelerando i procedimenti di riconoscimento e quelli di rimpatrio per chi non ne ha diritto". Si parla, anzi, di "attivazione dei Centri di permanenza per i rimpatri come strumento per prevenire la clandestinità".

(fonte DIRE)

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