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Appennino senza neve, i Verdi "E' una tragedia per tutti"

Europa Verde Modena: "La mancanza di neve è una tragedia per tutti. Per l’Appennino, per cui servono interventi urgenti di sostegno e progetti di riconversione e per l’intero territorio modenese per cui servono provvedimenti urgenti per la crisi idrica da cui non siamo mai usciti"

"La mancanza di neve è una tragedia per tutti. E non solo per gli operatori turistici della montagna. La neve è fondamentale per alimentare le falde idriche che a loro volta alimentano le sorgenti. Se non nevica e non piove come si dissetano paesi e città, piante e animali, come si alimentano le centrali idroelettriche?"

E' quanto affermano i Verdi di Modena in una nota sul delicato tema delle attuali condizioni climatiche che non hanno permesso l'avvio della stagione sciistica sulle nostre montagne.

Il partito commenta: "Stiamo vivendo uno degli inverni più miti da sempre e più si andrà avanti e peggio sarà e la risposta al grido di dolore che arriva oggi dell’Appennino non può essere solo la neve artificiale. L'acqua è purtroppo un bene limitato e la sua gestione deve essere intelligente e questo è un obbligo, alla luce del cambiamento climatico. Ricordiamo che in Emilia-Romagna la temperatura media degli ultimi trent’anni è aumentata di +1,2 gradi rispetto ai trent’anni precedenti. I problemi urgenti da affrontare sono due. Quello contingente di come aiutare la montagna, e non solo durante la stagione invernale e poi la carenza d’acqua: cosa fare per fronteggiare la crisi idrica che tra pochi mesi riesploderà?".

Per i verdi modenesi si tratta quindi di un cambiamento "irreversibile", che richiede un cambio di rotta, sulla scia di quanto giò dichiarato in questi giorni da Legambiente: "I metodi tradizionali di innevamento necessitano di una temperatura inferiore a -4 gradi mentre in quota la temperatura non scende sotto lo zero dal 17 dicembre scorso. I cannoni high tech prospettati da Bonaccini e Corsini sono insostenibili, essendo altamente energivori e idrovori. Basti pensare che per realizzare una coltre di circa 30 cm di neve in una pista di 1 ettaro, occorrono almeno un milione di litri, cioè 1.000 metri cubi d’acqua. E va inoltre considerato che degli additivi che si utilizzano per produrre neve con temperature superiori allo 0 non si conoscono gli effetti sul lungo periodo, sia per l’uomo che per l’ambiente. Per la montagna serve al più presto un sostegno economico per gli operatori e in tempi rapidi anche un progetto di riconversione capace di renderla attrattiva d’inverno come d’estate. E il Governo deve aiutare in questa transizione".

Le ricette? "Tramontato lo scii bisogna puntare a un turismo alternativo come l’escursionismo a piedi o in mountain bike, a percorsi e aree tematiche naturalistiche per le famiglie e i bambini. Bisogna riforestare lì dove si trovano gli impianti ormai inutilizzati, mantenendo quelli utilizzabili dai visitatori in tutte le stagioni. E poi bisogna pensare ai servizi, favorendo l’insediamento di microimprese agricole bio di produzione e trasformazione dei prodotti locali ma anche di ristorazione e di promozione turistica. E non di meno è fondamentale potenziare i collegamenti di trasporto collettivo da e per le città.

La coportavoce provinciale Marina Leonardi continua: "Per quanto riguarda la vera e grande questione legata al cambiamento climatico, l’acqua, non possiamo aspettare ogni volta l’emergenza, bisogna prendere provvedimenti urgenti per prevenirla. Come intervenire al più presto sulla rete idrica della nostra provincia in modo da evitare le perdite consistenti che abbiamo adesso: ricordiamo che Modena con il 36,7% di perdite è la terza peggiore provincia dell’Emilia Romagna. Bisogna favorire l'agricoltura di precisione, in modo da irrigare in maniera mirata. Separare le reti fognarie da quelle per la raccolta dell’acqua piovana e utilizzare le acque reflue depurate per usi agricoli e industriali, risparmiando sull’acqua destinata agli usi umani. Bisogna desigillare il suolo e rivedere totalmente il modello di allevamento: abbandonare l’intensivo, altamente idrovoro e inquinante, pensando prima di tutto alla qualità e alla salute a discapito della quantità".

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