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Il Consiglio adotta il Piano Urbanistico. Il Pd resta solo, le opposizioni fuori dall'aula

Ora valutazione in Regione e approvazione definitiva in Consiglio nella prima parte del 2023. Maggioranza non più compatta, Sinistra per Modena ed Europa Verde – Verdi si astengono

Il Consiglio comunale di Modena ha adottato il nuovo Pug, il Piano urbanistico generale che definirà lo sviluppo della città nei prossimi 30 anni. La delibera è stata approvata nella seduta di giovedì 22 dicembre dopo un dibattito di oltre cinque ore con il voto del Pd e di Modena civica, l’astensione di Sinistra per Modena ed Europa Verde – Verdi. I gruppi di opposizione Movimento 5 Stelle, Lega Modena, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Alternativa popolare non hanno partecipato al voto per protesta rispetto al poco tempo avuto per esaminare i contenuti del provvedimento. Assenti nella seduta Modena sociale e Gruppo indipendente per Modena.

Ora il Piano viene inviato alla Regione per la valutazione prevista dalla legge urbanistica per poi consentirne l’approvazione definitiva da parte del Consiglio comunale nella prima parte del 2023.

Un percorso iniziato 5 anni fa

La delibera, presentata dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli dopo essere stata approvata all’unanimità dalla giunta comunale nei giorni scorsi, consiste essenzialmente nelle controdeduzioni alle 312 osservazioni presentate dopo l’assunzione dello strumento urbanistico dello scorso anno e in gran parte accolte.

Il percorso era iniziato nel 2017 e nel novembre del 2021 il Piano è stato assunto dal Consiglio comunale con il voto a favore della maggioranza per poi avviare, appunto, la fase delle osservazioni caratterizzata in questi mesi da 180 incontri con privati, associazioni, tecnici e diversi soggetti della città per approfondirne i contenuti e valutare tutti i contributi.

Insieme all’adozione del Pug è stato approvato all'unanimità anche un ordine del giorno di tutta la maggioranza, illustrato da Paola Aime (Europa verde – Verdi), per impegnare l’Amministrazione comunale ad assumere, contestualmente all’approvazione del Pug, una delibera di indirizzo sulla programmazione e l’attuazione urbanistica in ottica di tutela ambientale e riduzione del consumo di suolo, mentre il capogruppo del Pd Antonio Carpentieri ha chiesto di discuterne uno sulla povertà abitativa nelle prossime sedute.

Le scelte del centrosinistra

“Lo sviluppo della città deve rispondere anche all’esigenza di case e deve essere caratterizzato da una scelta decisa per la rigenerazione” ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli al termine del dibattito dopo aver sottolineato che il Pug “rappresenta la più importante eredità politica di questa consiliatura (innovando il Prg del 1989 e lo spacchettamento del 2001) e ci siamo arrivati con un percorso trasparente e molto partecipato: con l’assunzione scegliemmo il titolo ‘Modena 2050, il futuro è adesso’ e lo confermo, anche grazie alla stagione di investimenti pubblici del Pnrr, la città è in movimento e ha già iniziato la sua transizione verso il futuro, un futuro che vogliamo competitivo, sostenibile e solidale”.

Il sindaco ha spiegato che il nuovo Pug “fornisce gli strumenti per gestire la transizione ambientale e tecnologica dei prossimi 30 anni, salvaguardando però gelosamente i tratti identitari della storia di Modena e del suo capitale sociale: è la matrice su cui incardinare investimenti potenziali di 1,2 miliardi di euro con parametri e standard ambientali di nuova generazione, dando gambe a una nuova fase di rigenerazione urbana diffusa e di qualità, recependo i tanti progetti che spingeranno l’economia e la vita in città, creando lavoro e opportunità, garantendo il diritto alla casa oltre al contrasto alla povertà abitativa. Solo con l’attivazione dell’ufficio Progetti complessi si potranno valutare investimenti per 500 milioni di euro. Quella che ne uscirà – ha concluso Muzzarelli – sarà una Modena migliore, una comunità aperta e accogliente, un luogo di pensiero e contaminazione in cui i nostri figli e nipoti potranno trovare un senso di vita comune e positivo”.

Con le controdeduzioni sono state accolte integralmente o parzialmente oltre due terzi delle osservazioni (sette richieste su dieci), rafforzando obiettivi e azioni del Pug, a partire dalla priorità assegnata a rigenerazione e riqualificazione della città, anche per rilanciare l’edilizia residenziale sociale. Si tiene conto degli ordini del giorno che approvò il Consiglio con l’assunzione e attenzione è stata riservata anche alla necessità di contenere la dispersione insediativa delle aree produttive, alla strategia su reti ecologiche e progetto del verde, alle nuove regole che superano i retini e premiano qualità dei progetti e semplificazione delle procedure.

Nessuna tra le osservazioni accolte interessa nuovi lotti in territorio agricolo: non si aggiungono ulteriori comparti di espansione. Si confermano quindi, senza ampliamenti, le attuali previsioni del Pug relative ai completamenti in atto che tengono già conto, come ha ricordato il sindaco Muzzarelli, del “taglio all’espansione deciso dal Consiglio comunale durante la fase transitoria”.

Si incentivano le trasformazioni e la riqualificazione dell’esistente, attraverso misure di semplificazione (anche procedurale), premialità, e la valutazione delle trasformazioni favorevoli alla rigenerazione. Gli interventi, infatti, sono sottoposti alla valutazione del beneficio pubblico che, tra l’altro, stabilisce l'apporto della proposta progettuale al potenziamento o alla realizzazione di dotazioni territoriali, infrastrutture e servizi pubblici, dotazioni ecologico ambientali, edilizia residenziale sociale e altri benefici per la collettività, con premialità in termini di maggiori capacità edificatorie.

La protesta delle opposizioni

“La partecipazione che la Giunta afferma essere una delle finalità della propria azione in ogni ambito e che nell’elaborazione del Piano Urbanistico generale sostiene di avere ampiamente attuato, non è altro che una dichiarazione di intenti che non trova riscontro in azioni conseguenti”, così i gruppi consiliari di minoranza compatti a proposito del Piano Urbanistico Generale, all’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 22 dicembre.

“Il Consiglio Comunale non è stato messo nella condizione di esaminare l’articolato e complesso documento. Solamente a fine novembre abbiamo potuto avere il testo della delibera composta da centinaia di pagine ed elaborati, comprese osservazioni e controdeduzioni; impossibile esaminare tutto in poco più di 20 giorni per esprimere un voto consapevole”, affermano i capigruppo Giovanni Bertoldi (Lega), Andrea Giordani (Movimento 5 Stelle), Elisa Rossini (Fratelli d’Italia), Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia), Beatrice De Maio (Modena Sociale), Alberto Bosi (Alternativa Popolare).

“La delibera contenente il Piano Urbanistico Generale è stata licenziata in Commissione consiliare su esplicita richiesta e con il voto favorevole del solo Partito Democratico, l’astensione di Verdi e Sinistra per Modena, e il voto contrario di tutti i gruppi di opposizione. Una vera e propria forzatura di parte della maggioranza che ha determinato la calendarizzazione della delibera in tempi strettissimi impedendo di fatto al Consiglio Comunale di svolgere la funzione di controllo e indirizzo che gli è propria. Per questa ragione come gruppi di minoranza abbiamo deciso di abbandonare la seduta del Consiglio Comunale al momento del voto ritenendo questo l’unico modo per svolgere il nostro ruolo in modo responsabile, e volendo così anche rappresentare il nostro dissenso nei confronti di una maggioranza e una Giunta sorde di fronte alle nostre reiterate richieste di avere più tempo a disposizione per esaminare un documento che condizionerà il tessuto urbanistico della città nei prossimi anni”, concludono i consiglieri.

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