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Anche il Comune di Zocca revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini

Voto unanime su proposta dell'opposizione. Approvata anche la poposta di intitolare un luogo pubblico ad Aude Pacchioni

Benito Mussolini non è più cittadino onorario neppure di Zocca. Nel Consiglio Comunale dell’8 giugno è stata approvata all’unanimità la mozione presentata da Zocca Domani che prevedeva il ritiro dell’onorificenza conferita 98 anni fa, alla stregua di moltissimi altri comuni italiani. La mozione presentata dall'opposizione è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale.

«Non si tratta di strappare una pagina della nostra storia – spiega Federico Covili, capogruppo di Zocca Domani – ma piuttosto di riaprirla, rileggerla e fare i conti con essa. Seguendo l’esempio di ciò che è accaduto in molti altri Comuni abbiamo voluto verificare se anche da noi fosse stato votato questo provvedimento nella primavera del 1924. La nostra consigliera Angela Predieri si è fatta dare alcune dritte dall’ANPI e, grazie alla collaborazione dei dipendenti comunali, abbiamo avuto accesso all’archivio. È stato toccante leggere il verbale della seduta del 21 maggio 1924 quando, con parole assolutamente inaccettabili, il Consiglio concedeva per acclamazione la cittadinanza a Mussolini. Abbiamo deciso che valeva la pena riprendere in mano quei fatti per prenderne completamente le distanze. È un atto simbolico, certo, ma dal profondo significato civile. Zocca è Comune medaglia d’oro, qui il fascismo e la guerra sono stati responsabili di crimini atroci. E mentre in Ucraina un dittatore come Putin sta portando avanti un conflitto nazionalista e scellerato, noi vogliamo ribadire la nostra scelta per la democrazia e la pace».

Nel corso della stessa serata è stata approvata anche una mozione, a firma della consigliera Michela Bortolini, per l’intitolazione di una strada o di un luogo pubblico ad Aude Pacchioni, la celebre partigiana Mimma, scomparsa qualche mese fa all’età di 94 anni. Dopo la Resistenza Aude Pacchioni è stata consigliera comunale di Modena e poi per vent’anni presidente dell’ANPI provinciale. Un atto significativo, non a caso portato in Consiglio insieme alla mozione su Benito Mussolini.
 

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