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La Modena nascosta | La cascata segreta del fiume Dragone

Le cascate del Bucamante, del Doccione, di Sant’Anna Pelago o le cinque del Sentiero delle Cascate nel Parco del Frignano sono tra i salti d'acqua più conosciuti del nostro territorio. Non molti sanno, invece, dell’esistenza di un’altra cascata, imponente e fragorosa, ubicata nella valle del Dragone

L’Appennino modenese è uno scrigno di tesori. Un verde forziere che racchiude e custodisce paesaggi naturali, monumenti culturali, reperti storici, disseminati nei vari comuni e frazioni d’alta quota. Rocche e castelli antichi, abbarbicati sulla cima di monti sempreverdi, laghi, fiumi e cascate capaci di regalare scorci e panorami di grande fascino in tutte le stagioni dell’anno. Eppure, non tutti i tesori appenninici sono conosciuti o accessibili facilmente. Il territorio è molto vasto e, se non si sa dove cercare, qualche chicca nascosta potrebbe sfuggire all’occhio del visitatore più attento. Un esempio? La cascata del fiume Dragone.

Anche il fiume Dragone ha la propria cascata (tuonante come un dragone)

Il territorio modenese ospita un numero considerevole di cascate. Tra le più note vi sono le cascate del Bucamante, avvolte, secondo la leggenda, da un’aura di tristezza e amore negato, oppure le cascate del Doccione, quelle di Sant’Anna Pelago o i cinque salti d’acqua del Sentiero delle Cascate nel Parco del Frignano, per citarne alcune. Non molti sanno, invece, dell’esistenza di un’altra cascata, imponente e fragorosa. La cascata del fiume Dragone.
Siamo nella Valle del Torrente Dragone, territorio noto per una straordinaria ricchezza di affioramenti basaltici, rocce ofiolitiche e, ovviamente, per il fiume omonimo. Il nome - quello di “Dragone" - attribuito al torrente per via dell'impeto e dell'imprevedibilità del suo corso, un enorme serpentone d’acqua capace, quando ingrossato dalle piogge, di travolgere e distruggere tutto ciò che incontrava. Ed è in prossimità delle sue sponde che si getta la cascata del Dragone. Sponde che paiono cedere ad un tratto sotto l'impeto di un salto d'acqua spettacolare, che rumoreggia contro le rocce a strapiombo color rosso vermiglio. Una parete verticale di roccia negli anni segnata, erosa alla base dalla forza instancabile della cascata che ha saputo ricavarsi un passaggio tra le rocce sino alla sponda opposta.

Come arrivare

Essendo circondata da sterpaglia, senza specifica segnaletica, le indicazioni sono da intendere come approssimative.
Dalla strada statale Montefiorino-Piandelagotti scendere per una laterale alla fondovalle del Dragone, percorsa da una stradella bianca. Percorrerla per un breve tratto verso destra e prendere la prima carreggiata a destra giungendone alla fine. Aprendosi il varco nella folta sterpaglia con tendenza a sinistra si raggiungono le sponde del torrente nel quale l'impetuosa cascata si getta. Per osservare il Cinghio della Medola, posto nelle vicinanze, si deve scendere a Lago, frazione di Montefiorino, e prima di traversare il torrente Dragone prendere la stradella di destra che sottopassa il Monte Calvario e raggiunge il Cinghio della Medola, dove sorgeva uno tra i castelli più imponenti delle Terre della Badia di Frassinoro.

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