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A Budrione un'oasi verde in cui sperimentare ed esprimersi: la realtà di Silvia Gozzi

"Loto vuole essere un ambiente dove ognuno porta se stesso, fragilità e punti di forza: portando i punti di forza si lavora insieme cercando di costruire qualcosa di bello e condiviso con gli altri. Non bisogna sempre parlare di difficoltà e di limiti: ognuno si può esprimere con le proprie caratteristiche relazionandosi con gli altri in maniera spensierata"

Quando nel gennaio 2021 Silvia vide per la prima volta il laghetto con i fiori di loto, il frutteto, le querce secolari dell'oasi verde di Budrione, in provincia di Carpi, capì subito che aveva trovato il luogo perfetto per lei e per i suoi pazienti. Un ambiente capace di accogliere le fragilità di tutti, adulti e bambini, e trasformarle in punti di forza, in qualcosa di bello e condiviso, circondati da animali e natura.

Così, qualche mese più tardi, nacque il centro riabilitativo Loto, uno spazio concepito dalla dott.ssa Silvia Gozzi per offrire ai suoi pazienti qualcosa di diverso dal contesto asettico e limitante del suo ufficio di Carpi: la libertà di sperimentare, osservare ed esprimersi. 

"Questo motto racchiude il mio pensiero" - ci racconta Silvia Gozzi, riabilitatrice psichiatrica, tecnico dell'apprendimento e manager della biodiversità - " Lavoro con bimbi, ragazzi e adulti con difficoltà comunicative relazionali, con autismo, paralisi celebrali, ritardi cognitivi, dsa. Cerco di migliorare la qualità di vita attraverso varie azioni e opportunità, nell'espressione di sè, nel comunicare informazioni, i propri bisogni, ciò che vogliono raccontare. In particolare ho visto come questi due anni di chiusura da Covid abbiano inficiato sullo sviluppo dei bambini e della paura di tornare a quel periodo. 'Stai attento, non scambiare i giochi, mantieni le distanze' sono frasi pronunciate da genitori e maestre che rimbombano ancora nelle loro teste. Questa situazione mi ha incentivato a trovare uno spazio per offrire qualcosa di diverso, per cercare di lavorare sulle relazioni".

Il centro riabilitativo Loto è un posto magico. Un laghetto sulle quali acque, d'estate, sbocciano rosei fiori di loto, compone l'oasi verde di Budrione. Ma anche un frutteto, una settantina di alberi ad alto fusto tra cui antiche querce, un orto a terra e uno all'interno di cassoni, due angoli di raccolta tronchi e gli spazi dedicati agli animali: il pollaio, casa di galline e conigli ariete, e il recinto di due alpaca, Cesare e Zenzero. Per il parco corrono liberi conigli incrociati con lepri. E' un ambiente friendly, ogni spazio è codificato attraverso l'utilizzo della simbologia grafica, metodologia che dà la possibilità di fornire informazioni e spazi ben definiti e chiari, scevri da limiti comunicativi. Uno spazio per tutti.

"Loto vuole essere un ambiente dove ognuno porta se stesso, fragilità e punti di forza: portando i punti di forza si lavora insieme cercando di costruire qualcosa di bello e condiviso con gli altri. Non ci sono solo le difficoltà, non bisogna sempre parlare di difficoltà e di limiti: ognuno si può esprimere con le proprie caratteristiche relazionandosi con gli altri in maniera spensierata".

Le attività sono molteplici. Si fanno passeggiate con gli alpaca, si lavora nel rispetto dell'ambiente, si cura l'orto, ci si prende cura degli animali. Di mattina Silvia lascia spazio alle visite scolastiche, nel weekend, invece, apre a privati e famiglie per passeggiate e visite dell'oasi.

Alla domanda su quali emozioni provasse Silvia nel guardare le sue idee, il suo progetto, fiorire nella concretezza della quotidianità di Loto, Silvia ci risponde:

 "E' un desiderio che avevo da diversi anni, vedere che sta prendendo forma e che c'è sempre qualcosa di nuovo, sono contenta. Quando vedo i miei ragazzi che riescono a fare qualcosa come mettere il guinzaglio all'alpaca o curare l'orto, sono molta soddisfatta. Le idee sono tante, il lavoro pure, ma vedere i sorrisi dei ragazzi mi basta. E' una spinta per fare ancora di più. Questo è solo l'inizio".

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