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Damat, lo street drummer modenese che esporta nel mondo la sua musica techno

Si è esibito nelle Filippine, ad Abu Dhabi, Budapest, Ibiza, ma anche a Torino, Firenze, Bologna e nella sua cara Modena: si chiama Damat, ha 28 anni, viene da San Cesario sul Panaro e porta per il mondo i suoi 'particolari' strumenti da percussione

Vi sarà capitato di vederlo - dal 2016 a questa parte - durante una sua esibizione nel centro storico di Modena, attratti dal ritmo serrato e incalzante delle sue percussioni. Ma anche a Torino, Firenze, Napoli e nelle piazze delle grandi città europee come Budapest, Berlino e Ibiza, in compagnia del suo inseparabile set di strumenti 'particolari'. E magari lo avete guardato dai vostri salotti in televisione nei programmi di Tù sì que vales e Czechia Slovakia's Got Talent oppure ballando nei locali delle Filippine e Abu Dhabi.

Si chiama Damat, ha 28 anni, viene da San Cesario sul Panaro ed è uno street drummer, un musicista specializzato nelle percussioni che porta in giro per l'Italia e per il mondo il suo personale concetto di musica:

"Uno strumento musicale è qualsiasi oggetto che produca un suono" - ci racconta -  "quindi tutti gli oggetti sono potenziali strumenti musicali: si può fare musica con qualsiasi oggetto tu abbia a disposizione".

E il set che Damat utilizza durante i suoi concerti di strada rispecchia a pieno questa filosofia. Sono strumenti che ha testato, acquistato ma anche costruito lui stesso e modificato durante il corso degli anni. Tra di essi tra possiamo trovare pentole, secchi di plastica, tubi di ferro, bonghi e piatti da percussione, campanacci e... la mensola di uno scaffale. 

"La mensola l'ho acquistata in un negozio di mobili, mi piaceva molto il suono che emetteva se percossa, come se sostituisse il rullante di una batteria. Poi l'ho modificata: ci ho attaccato sotto il piatto di una batteria mentre all'interno ho inserito una catena in ferro per riuscire ad ottenere un suono più vibrato".

Damat suona da quando era bambino, inizialmente la chitarra - preceduta, ovviamente, da tutti quegli oggetti presenti in casa che potessero emettere un qualsivoglia suono - poi, finalmente, lo strumento preferito, la batteria.

"Suono da quando ero piccolo, mi piaceva afferrare e percuotere in casa qualsiasi oggetto che potesse produrre un suono: pentole, mestoli e così via. Poi i miei genitori hanno cercato di farmi intraprendere un percorso musicale con la chitarra ma non la suonavo nel modo 'classico', la giravo e la suonavo dall'altro lato, come se fosse uno strumento di percussione. Così hanno deciso di comprare una batteria e dopo i primi scontri con i vicini - "è arrivato un uragano" avranno pensato - ho insonorizzato la stanza e ho iniziato a fare pratica indisturbato".

E da quel giorno Damat non ha mai smesso di suonare. Fa i suoi primi concerti nel 2005, crea una band con la quale suonare musica rock poi - sei anni fa - la decisione di intraprendere una carriera da solista portando la sua musica in giro per l'Italia. 

"All'inizio suonavo nei club accompagnando i dj con pad elettronici, ma volevo essere un artista indipendente anche a livello di basi quindi ho voluto tornare indietro e iniziare a suonare con il mio set di strumenti artigianali. Era un set abbastanza limitato, non potevo portarmi dietro tanti strumenti, ma l'ho ampliato col tempo, scoprendo nuovi suoni e nuovi ritmi. Adesso suono sia nelle piazze che nei club: prima mi informo se si può andare e come ottenere i permessi, poi vado e se mi piace rimango. Suono spesso anche a Modena - anche se all'inizio non volevo - e ai passanti piace la mia musica. Nei club invece utilizzo la stessa strumentazione però, oltre ad amplificare con i microfoni, suono sopra ad alcune basi alle quali tolgo la parte ritmica. In questo modo posso suonare anche un'ora che la gente non si annoia". 

Quest'estate Damat ha scelto come palcoscenico la riviera romagnola: Riccione, Cattolica, Misano e Cesenatico, scegliendo ogni giorno una piazza diversa. A Ottobre, invece, si prepara per andare a Madrid per poi tornare a Modena e nelle grandi città italiane. 

"Mi trovo bene in tutte le piazze, mi piace molto suonare a Napoli, Firenze, nelle grandi città per poi scoprire e visitare i loro luoghi. La gente è sempre entusiasta: mi piace suonare in strada perché è un palco che ti crei tu, se la gente si ferma è perché le piaci, le regali qualcosa di diverso".

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