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A Frassinoro il Rinascimento rivive nelle opere di Dario Tazzioli

Nato nel 1979 e residente nel piccolo borgo montano, l'artista realizza sculture ed affreschi secondo le tecniche antiche rinascimentali ed utilizzando strumenti ed inchiostri prodotti esclusivamente da lui

Incastonato tra monti e declivi dell’Appennino tosco-emiliano c’è un borgo in cui i preziosi saperi antichi sopravvivono all’incuria del tempo e all’avvento costante di tecnologie sempre più raffinate. Frassinoro è il suo nome ed in questo luogo pittoresco circondato dalla natura le grandi tecniche di affresco e scultura del Rinascimento continuano a vivere grazie al sapere, all’ingegno e alla passione dell’artista Dario Tazzioli.

Nato nel 1979, si avvicina al mondo dell’arte scultorea, della natura e della storia nella sua piccola Frassinoro, rapito dalla bellezza dei pochi capitelli superstiti presenti nell’abbazia del paese e dagli insegnamenti dell’ultimo scalpellino della Val Dolo. Oggi vive ancora in Appennino ma alle spalle ha un’importante carriera artistica, colma di creazioni e opere d’arte apprezzate in varie parti del mondo, da New York all’Irlanda, passando per Firenze, culla dei saperi e delle arti rinascimentali.

Ne abbiamo parlato telematicamente con l’artista Dario Tazzioli, queste le parole che ci ha rivolto, avvolte in sottofondo da uno sporadico cinguettar d’uccellini:

Dario, le tecniche di pittura e di scultura, gli strumenti che utilizzi per la realizzazione delle tue opere sono parte di epoche e tradizioni passate? Perchè questa scelta?

"La mia si può definire come una tipologia di formazione “da bottega” grazie agli insegnamenti impartiti ad appresi dall’ultimo scalpellino della Val Dolo a Frassinoro, che ho avuto la fortuna di conoscere all’età di 15 anni, e grazie anche all’ambiente cosmopolita di Carrara, città in cui ho frequentato l’Accademia di Belle Arti, animata dalla presenza di artisti e studiosi del marmo provenienti da varie parti del mondo. Poi osservando sculture antiche, frequentando musei, chiese, mi sono specializzato nella lavorazione del marmo e della pietra, nella conoscenza e, in seguito, nell’attuazione di tecniche del passato per precise esigenze tecniche, non nostalgiche.

Mi spiego: riuscire a donare, a conferire superfici vibranti al blocco di marmo, sentire il suono della pietra che viene modellata tocco dopo tocco, tutto ciò è una forma di rispetto rivolta alla materia, all’opera in creazione, che viene meno nel momento in cui si utilizzano macchinari più tecnologici e rumorosi strumenti attualmente in commercio. Per questo motivo produco di persona gli inchiostri per i disegni che precedono il bozzetto in argilla e l’opera in marmo, e forgio i miei strumenti della forma e della tempra necessarie a seconda del tipo di pietra che lavoro."

Quali sono le opere realizzate a cui sei più legato? Quali i soggetti che preferisci creare?

"La mia produzione si può dividere in due poli: in Italia ho soprattutto commissioni nell’ambito del sacro, negli Stati Uniti, invece, i temi principali sono l’armonia della natura e la mitologia. Sono temi diversi che esigono accortezze differenti; se nell’ambito del sacro si è vincolati ad aspetti quali l’iconografia, la storia, le sacre scritture oltre alla necessità di realizzare opere comprensibili da tutti e funzionali alla preghiera, per le opere a tema mitologico-naturalistico sono slegato da canoni precisi e posso esprimermi liberamente. Mi piacciono entrambi.

Sono molto legato alla Pietà inaugurata nel 2014 a Frassinoro, adiacente all’abbazia, generata da un blocco di marmo di 8 tonnellate, alla Metamorfosi di Ovidio, a Midsummer Dream, una scultura di una donna sdraiata, eseguita su commissione in Irlanda e una scultura a grandezza naturale, una madre che allatta una bambino, realizzata a Firenze nel cortile di Palazzo Medici Riccardi."

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Ci sono novità in cantiere?

"Sì, al momento sto lavorando su due opere: una scultura a grandezza naturale di Sant’Anselmo e una piccola opera per la chiesa di Frassinoro, un bassorilievo raffigurante Beatrice di Lorena, madre di Matilde di Canossa, in occasione dei 950 anni dell’abbazia di Frassinoro che si celebreranno il 29 Agosto."

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