rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
ModenaToday

ModenaToday

Redazione

Folklore modenese | Chèrta, falupiòun, galàtt: e tu che tipo sei in dialetto modenese?

Se vi capitasse per fortuito caso di origliare nel bel mezzo di una conversazione l’espressione “cun cla facia al pèr Salvagna”, riuscireste a capire di che tipo di persona si parla? Vediamo allora una manciata di termini caratteristici (e simpatici) del parlato popolare di Modena

Falupiòun

Un “Faloppione” è, secondo il parlato di Modena, una persona bugiarda, millantatrice, qualcuno che si spaccia (ingenuamente) per la persona che non è, millantando virtù od oggetti di valore che non possiede.

Il termine affonda le sue radici nella terminologia contadina: il “Falupiòun” corrispondeva, infatti, alla “Faloppa” ovvero il bozzolo allevato in una coltura di baco da seta, incominciato ma non terminato a causa della morte della larva. Di simile significato è anche il termine “lataròun” (baco da seta fasullo) utilizzato nel parlato contadino per indicare una persona fasulla, falsa.

Chèrta

“L’è una chèrta”, letteralmente “è una carta”, è un’espressione bizzarra della quale, ad ascoltarla nel parlato di oggi, si faticherebbe a trovare un significato. Di fatto, l’origine del detto è molto antica, risale ad un’epoca nella quale molto in voga erano le carte da tarocchi.

In merito alle figure allegoriche rappresentate dai tarocchi come l’imperatrice, il papa, l’eremita, il folle, o personaggi riconducenti al male come il diavolo e l’impiccato, il termine “chèrta” sta ad indicare una persona losca, equivoca. Aggettivi riconducibili, oltretutto, alle fattucchiere che solevano predire il futuro tramite la lettura di queste carte, persone spesso viste male dalla popolazione poichè circondate da mistero, sospetto e diffidenza.

Si parla di

Folklore modenese | Chèrta, falupiòun, galàtt: e tu che tipo sei in dialetto modenese?

ModenaToday è in caricamento