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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Giornata della Memoria: le storie di uomini e donne modenesi che salvarono centinaia di ebrei

Per ricordare le scelte morali, il coraggio e la storia di queste persone, il Museo Ebraico di Bologna ha dato vita al progetto di giungere alla mappatura completa dei Giusti tra le Nazioni emiliano-romagnoli, che, attualmente, sono già oltre sessanta

In Emilia Romagna furono numerosi i cittadini non ebrei che tra il 1943 e il 1945 misero in pericolo la propria vita per salvare gli ebrei perseguitati durante la Seconda Guerra Mondiale, ospitandoli in segreto, fornendo loro riparo o la possibilità di fuggire. Sono chiamati i "Giusti tra le Nazioni", insigniti di questo riconoscimento dallo Yad Vashem di Gerusalemme, l'Ente Nazionale per la Memoria della Shoah.

Per ricordare le scelte morali, il coraggio e la storia di queste persone, il Museo Ebraico di Bologna ha dato vita al progetto di giungere alla mappatura completa dei Giusti tra le Nazioni emiliano-romagnoli, che, attualmente, sono già oltre sessanta, e andranno ad aumentare mano a mano che si concluderanno con successo i processi di riconoscimento in corso.

Tutti i materiali raccolti (video, foto, scansioni, ecc.), corredati dal racconto sintetico della vicenda di salvataggio e da una bibliografia, sono organizzati in un fascicolo che fa capo al singolo Giusto e sono conservati e messi a disposizione del pubblico in una banca dati all’interno della quale è possibile navigare collegando le persone ai luoghi, alle storie e alle reti di solidarietà nelle quali spesso si trovarono a operare, ricostruendo un vero e proprio percorso della memoria.

Questo il percorso della memoria della provincia di Modena.

Gildo Andreoni, nato ad Ospitale nel 1902, superstite della tremenda campagna di Russia giurò di non abbracciare mai più le armi poichè di sofferenza, morte e miseria ne aveva vista troppa. Insieme alla sorella Rosa Andreoni (1920-2012) e alla madre Elisa Muzzarelli (1878-1959), diede segretamente rifugio nella casa di Ospitale ad una famiglia ebrea composta da 4 persone: Benedetta, Carla, Cesare ed Emma Valabrega. Gildo fu in seguito imprigionato a Bologna reo di non essersi ripresentato al Corpo di appartenenza dopo il termine della convalescenza. Fortunatamente riuscì a fuggire e visse nascosto per qualche tempo sino a quando, una notte, con altri amici decise di passare il fronte. Trovò alloggio presso una famiglia di ospitalesi emigrati a Pistoia.

Silvio Borghi, nato a Mirandola nel 1903, di professione casaro, e la moglie Lidia Caleffi, nata a Mirandola nel 1910, riuscirono a portare in salvo otto persone: Talvi Ilija, Behar Rebecca in Talvi, Talvi Alice, Talvi Raffaele, Talvi Leone, Almozlino Menahem, Hoffmann Leone e Martinovic Mara. Diedero loro rifugio ed assistenza, li tennero nascosti e Silvio Borghi li accompagnò alla frontiera Svizzera. 

I fratelli Casolari, Giovanni e Cristina, nati a Pavullo nel Frignano rispettivamente nel 1905 e nel 1919, e Denilia Romani in Casolari, nata nel 1906, ospitarono segretamente la famiglia Neppi: Adolfo, Ravenna Maria e Guido. Cristina Casolari, che dopo la guerra lavorò come maestra elementare, organizzò il trasferimento clandestino della famiglia Neppi e della famiglia Levi insieme a Don Michele Montanari (1903-1963), arciprete di Verica di Pavullo nel Frignano dal 1933 al 1963.

Sempre a Verica di Pavullo nacque Alfonso Mucciarini (1873-1962). Da giovane emigrò in America dove lavorò come scalpellino e muratore. Tornato in Italia, ripartì e partecipò alla realizzazione della linea ferroviaria tra Addis Abeba e Gibuti. Al suo ritorno sposò Clementa, con la quale ebbe Ubaldo, Osvaldo, Alcide, Gelasio, Zara e Maria. Diede rifugio e tenne nascosti Mario Levi e la moglie Ida Crimi insieme ai sei figli Piero, Viviana, Gabriella, Gianna, Paola e Maria Franca.

Maria Romani in Minelli, invece, sorella di Denilia, Luigi Succi e la moglie Maria Pini in Succi, diedero assistenza e rifugio ad altri membri della famiglia Neppi: Neppi Giulio, Neppi Carpanetti Alberta (moglie di Giulio Neppi), Neppi Bruno (figlio di Giulio Neppi), Carpanetti Elisa (cognata di Giulio Neppi) e Fiano Eugenia (cugina di Giulio Neppi).

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