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La Modena nascosta | I Musei della Venere di Savignano e dell'Elefante

Savignano sul Panaro è stato teatro di ritrovamento della Venere di Savignano, tra i più importanti reperti nell'arte preistorica delle raffigurazioni femminili, e di un antichissimo scheletro di elefante

Forse non tutti sanno che Modena, o, nello specifico, il Comune di Savignano sul Panaro, è stato il luogo di ritrovamento di un reperto tra i più importanti nell'arte preistorica delle raffigurazioni femminili.  Oltre alla Venere di Lespugue, ritrovata e conservata in Francia, e la Venere di Willendorf, in Austria, di notevole interesse storico-artistico è la Venere di Savignano, una scultura di epoca preistorica rinvenuta nel 1925 durante la costruzione di una stalla proprio nei pressi di Savignano.

La statuetta, presumibilmente risalente a 25mila anni fa, fu donata al Museo Preistorico Etnografico Pigorini di Roma dall'artista Giuseppe Graziosi, mentre una copia è tuttora conservata a Savignano, nei Musei della Venere e dell'Elefante.

Attualmente, il complesso museale in questione è chiuso per ristrutturazione, ma ci auguriamo che possa riaprire i battenti al più presto per far conoscere a tutti i modenesi gli antichissimi ritrovamenti preistorici esposti al suo interno.

Due signore di non-giovane età: la Venere di Savignano e l'elefante

La Venere di Savignano è una statuetta steatopigia, cioè con carattere di spiccata lordosi lombare, misura circa 22 centimetri ed è stata realizzata in una pietra chiamata serpentino tenero. Fu ritrovata per caso a soli 1.20 metri di profondità nel sottosuolo nei pressi di Savignano, un territorio in cui furono diversi i popoli d'insediamento: dal Neolitico iniziale alla civiltà terramaricola, sino agli insediamenti villanoviani, etruschi, romani ed alto medievali. Eppure, la Venere di Savignano non è l'unico reperto conservato nei musei di Savignano. 

Di notevole interesse storico c'è anche un antichissimo scheletro di elefante.

Museo della Venere di Savignano elefante

Sul greto del fiume Panaro, infatti, in località Bocchirolo, a nordest di Savignano sul Panaro, furono ritrovati da un pescatore i resti di un elefante vissuto circa due milioni di anni fa. Era il settembre del 1980 e gli scavi che seguirono permisero di identificare in quegli antichissimi resti un esemplare femmina di meridionalis, progenitore della specie Mammuthus, specie che comparve in Europa alla fine del Pliocene quando si diffuse e divenne l'unico elefante presente nel continente sino all'inizio dell'era Quaternaria.

Il Mammuthus fu testimone del progressivo colmarsi  del golfo padano ad opera dell'enorme quantità di detriti trasporttai dai fiumi che solcavano l'allora giovanissima catena appenninica. Proprio in uno di questi depositi di detriti, sabbie e limo, si sono conservati per centinaia di migliaia di anni i resti del Mammuthus per giungere sino a noi.

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