rotate-mobile
social

Curiosità modenesi | 5 oggetti domestici presenti in tutte le case dei modenesi nel dopoguerra

Quando ancora non esisteva la lavatrice, come si lavava la biancheria? E come si stirava? Ecco alcuni strumenti indispensabili per la cura domestica delle case modenesi

Forse se ne possono trovare alcuni esemplari nelle case di genitori o nonni che hanno vissuto nel dopoguerra, quando per lavare la biancheria non esisteva la lavatrice ma il fugoun e per allontanare o eliminare gli insetti in casa c'era il micidiale flit: sono oggetti che venivano utilizzati nella quotidianità della vita domestica modenese, ora dimenticati in qualche soffitta buia e rimpiazzati con strumenti più moderni. Vediamone alcuni:

1. FLIT

Flit.

Il flit era un insetticida di cui, all'epoca, si faceva largo utilizzo per uccidere blatte e altri insetti che potevano intrufolarsi all'interno delle case. Si distribuiva negli ambienti domestici attraverso un oggetto dalla forma particolare, un congegno composto da un serbatoio, nel quale veniva inserito l'insetticida, e un tubo munito di stantuffo, con il quale veniva poi spruzzato nei luoghi desiderati. 

Vi sono due modi di dire tipici del dialetto modenese dei quali il flit è protagonista: "Maza la vecia col flit e, se non muore, col gas" (dove 'vecia' sta a significare blatta) e "dagh dal flit" come soluzione per liberarsi di una persona particolarmente rognosa.

2. AL MASNEIN DA CAFE'

Il macinino da caffè.

Di "masnein" ne esistevano di vari tipi: c'era quello per macinare i granelli di pepe, quello per l'orzo, quello per i i chicchi di caffè e tanti altri.

Il masnein da cafè aveva la forma cubica ed era formato da un portellino, aperto sulla tramoggia, nel quale inserire i chicchi della prelibata bevanda. In cima era disposta una manovella munita di apposito pomello, da azionare manualmente per fare girare una piccola ruota dentata. Grazie a questo ingranaggio i chicchi venivano macinati e la polvere di caffè così ottenuta si depositava all'interno di un cassettino contenuto nella parte bassa del masnein. 

3. LOMA

Lume.

Era lo strumento mobile che ci si portava appresso per fare luce in un luogo buio. Tramite uno stoppino funzionava a olio o a petrolio: si può definire l'antenato della torcia. In seguito sono comparsi anche quelli ad acetilene, gas o a spirito.

4. FUGOUN

Fuocone.

Il fugoun era un recipiente che serviva a riscaldare l'acqua destinata a lavare il bucato. Un tempo, infatti, l'acqua veniva bollita insieme alla cenere e in seguito versata con un bucalein all'interno di un mastello ricoperto da un telone. Dopodiché vi si immergevano i panni sporchi, i quali rimanevano a mollo per tutta la notte. Il mattino seguente, invece, si toglieva il tappo dal mastello, si raccoglieva la lisciva rimanente e poi si usciva e ci si dirigeva lungo i fossi per sbattere la biancherie e stenderla al sole. 

5. FER (O PES) DA STIREIR

Ferro da stiro.

Pesante, di ferro e pericoloso - il fer da stireir non ha nulla a che vedere (se non nella forma) con quelli moderni che utilizziamo oggigiorno. I più comuni ed utilizzati erano di due tipi: quello monoblocco, denominato anche la pès, e quello 'a cassetta', all'interno del quale venivano posizionati i carboni ardenti. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Curiosità modenesi | 5 oggetti domestici presenti in tutte le case dei modenesi nel dopoguerra

ModenaToday è in caricamento