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La Modena nascosta | Il pozzo dei fantasmi del centro storico

Un violento atto di sangue, una sinistra leggenda ed una colonna sormontata da una croce di pietra custodita al piano terra del Palazzo dei Musei

In pieno centro storico, dove via Farini e via San Carlo convergono nella via Emilia, vi è uno spiazzo considerato dai modenesi "infestato", una sorta di quadrivio "delle Bermuda", luogo di un antico e violento atto di sangue intorno al quale aleggia una sinistra leggenda.

Siamo nel 1159 e l'imperatore germanico Federico Barbarossa, determinato a conquistare il Nord Italia durante le lotte per le investiture, giunge a Modena con un esercito numeroso, composto da uomini crudeli, capaci di uccidere innocenti e fare razzie. Una sera del 1165, però, alcuni giovani modenesi decidono di ribellarsi e si riuniscono per preparare un assalto ed uccidere gli invasori. Sanno che i tedeschi tutte le notti passano per la via Emilia in corrispondenza del quadrivio detto "Le Quattro Colonne", li aspettano e compiono l'imboscata mietendo numerose vittime. 

I corpi dei soldati periti - si narra - furono gettati dai modenesi in un pozzo scavato nel punto in cui oggi s'intersecano le vie Farini, San Carlo ed Emilia. In seguito a questo macabro fatto di sangue sarebbe nata una leggenda secondo la quale, di notte, le anime dei soldati di Barbarossa uccisi durante l'assedio uscissero dal pozzo e vagassero per la città alla ricerca di passanti e abitanti da tormentare.

Inoltre, a ricordo del massacro, sarebbe stata edificata una cappella in corrispondenza del luogo della strage, un edificio sormontato da una colonna con una croce denominata "croce della pietra", demolito nel 1600 e del quale oggi rimane solamente la colonna con la croce custodita al piano terra del Palazzo dei Musei.

Croce della Pietra, Palazzo dei Musei

Croce della Pietra custodita al Palazzo dei Musei

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