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Quali prodotti non puoi non assaggiare se visiti la Bassa Modenese

Un viaggio tra i sapori enogastronomici che non puoi non provare se visiti la Bassa Modenese, tra Carpi, Mirandola, Bomporto, San Felice e Finale Emilia

Lambrusco di Sorbara

Il Lambrusco di Sorbara prende il suo nome dalla frazione di Sorbara del comune di Bomporto, nel modenese. Coltivato nella zona compresa fra i fiumi Secchia e Panaro, si riconosce in quanto ha un colore vicino al rosa, caratterizzato da profumazioni fruttate e da un sentore di violetta che determina il suo soprannome, ovvero Lambrusco della viola. E qui vi sono due caratteristiche curiose: la prima consiste nel fatto che si tratti di una varietà indigena antichissima esclusiva del modenese e dalle caratteristiche molto particolari; e l'altra riguarda un'anomalia molto particolare, infatti questi vitigni seguono il fenomeno dell'acinellatura, ovvero i chicchi rimangono del diametro di pochi millimetri.

Zampone

Sembra strano ma è Mirandola che ha dato i natali allo zampone e questo è avvenuto precisamente nel 1511 durante l'assedio delle truppe di Papa Giulio II Della Rovere che era interessato alla città, che in quel momento era governata da Giovanni Pico della Mirandola. Giulio II, dopo la morte del papa Alessandro IV ovvero Rodrigo Borgia, solenne alleato dei francesi, decise di riconquistare una delle roccaforti francesi, cioè quella dei Pico, famiglia strettamente alleata con la famiglia del giglio.

Il salame di San Felice

Il Salame di San Felice è considerato uno dei salami più di alta qualità al mondo. A consentire questa descrizione sono le qualità organolettiche irripetibili che lo caratterizzano, infatti oltre al tipico sapore dolciastro e al profumo invitante e appetitoso, è ricco di proteine, come pochi altri salami. Questi risultati si possono ottenere solo se i maiali sono allevati in ambienti che rispettino il benessere degli animali, se no la carne perde molte delle sue qualità.  Perché questo tipo di salame è ritenuto così buono e così energetico dagli esperti del settore? Bisogna sapere che il clima della Pianura Padana consente la conservazione dei salami grazie quantità di sale minore di quelle necessarie se si uscisse da questo contesto geografico. A ciò si aggiunge per il salame di San Felice la parte scelta e tagliata del maiale, ossia la mezzena, che viene macinata insieme al grasso e quindi salata a secco, messa in concia e quindi insaccata con i budelli dell'animale stesso. Per il detto popolare che del maiale non si butta via niente. 

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