rotate-mobile
social

Quali prodotti non puoi non mangiare se visiti la Terra dei Castelli

Un viaggio tra i sapori della Terra dei Castelli, famosa per le ciliegie, l'aceto balsamico tradizionale, il Lambrusco Grasparossa, il nocino e ovviamente lo zampone

Ciliegie (Vignola)

La ciliegia ha origini in Turchia, infatti il nome stesso deriva dalla parola greca kérasos, che indica appunto una città turca, Cerasunte, dalla quale nel 72 a.C. furono importanti a Roma i primi alberi di ciliegie. Un trasferimento non solo economico, ma anche religioso, infatti il frutto della ciliegia era collegato con la dea Venere, in quanto dea della bellezza. Tuttavia il percorso da Roma a Vignola sarà lungo e lento, infatti i primi alberi di ciliegie arriveranno sulle rive del Panaro solo dalla metà dell'Ottocento. 

Ciò accadde poiché la crisi del commercio della seta, obbligò i contadini di Vignola a cercare altre piante da coltivare dato che ora il gelso non era più così remunerativo. Si scelse la ciliegia e la fortuna ha voluto che si scelse molto bene dato che questo frutto trovò nel terreno vignolese, l'habitat perfetto per dare i suoi frutti migliori. In neanche un secolo, Vignola passò da città del gelso, utile per l'allevamento dei bachi da sete, a capitale della ciliegia. 

Nocino di Modena (Spilamberto)

La tradizione del nocino è molto antica. Secondo le ricostruzioni storiche giunse nel modenese dopo che era arrivato in Francia grazie agli inglesi. L'origine sarebbe infatti bretone, come documentato da alcuni testi romani per cui i Picti, popolo dei Britanni, si radunavano nella notte di mezza estate e bevevano "da uno stesso calice uno scuro liquore di noce". Fonti successive riportano che tra i francesi era in uso un liqueur de brou de noix, o ratafià di mallo. Tanto che la frutta noce mantenne sempre un alone di leggenda, legato alla presenza di streghe e incantesimi, che si trasmise alla preparazione del liquore. 

Qual è la ricetta? Secondo l'Ordine del Nocino Modenese, che ha sede a Spilamberto, gli ingredienti del nocino sono: 1 litro di alcool 95° buon gusto
1000-1200 gr. di zucchero, 1 Kg – 1,2 Kg di noci  (35-42 noci circa a seconda della dimensione ma  sempre in numero dispari). Il procedimento prevede prima di tutto il taglio della noce in 4 parti, quindi esse vengono riposte in un contenitore di vetro con lo zucchero, poi conservate 1 o 2 giorni, in cui vengono mescoalte periodicamente. Il prodotto ottenuto viene posizionato in una zona parzialmente esposta al sole e finltrato non prima di 60 giorni. Bisogna ricordarsi che la conservazione del nocino deve essere effettuata in un luogo fresco e per un tempo minimo di 12 mesi se si desidera apprezzare a pieno tutte le caratteristiche organolettiche di questo liquore.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Quali prodotti non puoi non mangiare se visiti la Terra dei Castelli

ModenaToday è in caricamento