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Sanremo | I cantanti modenesi che fecero la storia del Festival della Musica Italiana

Diversi sono i cantanti di origine modenese che segnarono la svolta di carriera sul palco dell'Ariston (spesso dopo numerosi insuccessi). Ne vediamo alcuni

Nella storia del Festival di Sanremo non è mai mancata una certa dose di modenesità, rappresentata dall'estro e dall'originalità  dei concorrenti provenienti dalla nostra provincia. Ne vediamo alcuni:

Vasco Rossi e la protesta contro il Playback

Il King di Zocca ha le sue regole, e difficilmente sottosta a quelle altrui, soprattutto se circondate da un alone di ingiustizia o scarsa credibilità come la sanremese questione Playback. Così dunque si esibì per la seconda volta a Sanremo nel 1983 cantando “Vita spericolata” e, per protesta (e per mostrare al pubblico la mancata esibizione canora live), abbandonò il palco dell’Ariston prima del finale del brano lasciando le telecamere Rai ad inquadrare la postazione microfono vuota e l’immutata voce di Vasco registrata in sottofondo.

“Vita spericolata” si classificò tra le ultime posizioni ma fu un successo per un Vasco ormai conosciuto al di fuori dell’Emilia-Romagna ed ascoltato in tutta Italia.

Zucchero e la maledizione del “penultimo posto”

Emiliano ma legato alla nostra provincia, Adelmo Fornaciari, conosciuto in tutto il mondo come Zucchero, si affermò nel panorama della musica italiana proprio sul palco dell’Ariston in occasione della trentaduesima edizione del Festival di Sanremo datata 1982.

“Una canzone che vola via” fu il singolo con il quale esordì per la prima volta davanti al pubblico di Sanremo posizionandosi in fondo alla classifica, sul penultimo gradino del podio.

Nonostante l’insuccesso, si presentò l’anno seguente presentando il brano “Nuvola” e posizionandosi ancora una volta tra i meno votati, ventesimo per la precisione, posizione che non gli permetterà di esibirsi nella serata finale.

Gli anni 1985 e 1986 furono coronati da ulteriori insuccessi sanremesi ma importanti trampolini di lancio per quella che in seguito si rivelerà una carriera da star. Sia “Donne”, brano musicale tra i più iconici di Zucchero, che “Canzone triste”, ottennero un penultimo posto ma alcuna sconfitta, anzi, furono le canzoni che segnarono la svolta della carriera musicale dell’attuale re del blues insieme al lancio dell’album “Rispetto”.

Gidiuli, il “Pino di Lecce” modenese rimpiazza Christophe

Giuseppe Gidiuli, originario della provincia di Lecce ma naturalizzato modenese, fu uno dei cantanti italiani che parteciparono alla funesta edizione di Sanremo del 1967, ricordata nella storia per il drammatico suicidio del concorrente in gara Luigi Tenco.

La partecipazione di Gidiuli al Festival fu quasi improvvisata, in extremis. Egli fu chiamato da Domenico Modugno per sostituire Christophe, cantautore francese di origini italiane con il quale avrebbe dovuto duettare ma del quale si pentì e che rimpiazzò con Gidiuli. Insieme si esibirono sulle note de “ Sopra i tetti azzurri del mio pazzo amore”, brano che però non fu selezionato per la serata finale.

Dopo pochi anni dal Festival Gidiuli si ritirò dalla scena musicale italiana e visse con la sua famiglia a Vignola sino alla fine dei suoi giorni, nell’ottobre 2009.

Caterina Caselli “caschetto d’oro” e i duetti iconici con Jhonny Dorelli, Nino Ferrer e i Dik Dik

Nel 1966 la modenese Caterina Caselli si esibì al Festival di Sanremo cantando “Nessuno mi può giudicare”, brano inizialmente destinato a Celentano ma poi scartato e affidato alla cantante modenese. Negli anni successivi inebriò pubblico e critica con una serie di iconici duetti: nel 1967 fu in coppia con Sonny and Cher, nel 1969 con Jhonny Durelli, nel 1970 in compagnia di Nino Ferrer (cantando “Re di cuori” che andrà in finale), nel 1971 con i Dik Dik per poi tornare vent’anni dopo nel 1990 cantando “Bisognerebbe non pensare a te”.

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