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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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La Modena nascosta | La sfarzosa villa (di cui ora rimane solo l'ingresso) bombardata nel 1944

Un gioiello architettonico costruito all'insegna dello sfarzo e dell'eleganza, tanto nella struttura architettonica, in cui spiccavano ben cinque torri, quanto nella cura degli ambienti interni e del vasto giardino circostante. Oggi ciò che ne rimane è solamente l'arco d'ingresso

Vi sarà capitato di scorgere, all'interno del Parco XXII Aprile di Modena, quello che pare essere un arco antico, un'elaborata porta d'ingresso di un edificio che... non c'è. E' una costruzione che - tra moderne giostre e giochi per bambini - spicca per lo stile non comune e per, ovviamente, la funzione. La  domanda sorge dunque spontanea: per quale motivo all'interno di un parco cittadino è presente un antico varco d'ingresso?

La risposta si cela nei libri di storia antica ma anche nella memoria dei modenesi che hanno vissuto la seconda guerra mondiale e la scia di morte e devastazione che con essa si è abbattuta anche sulla nostra città.

Dove ora si trova il Parco XXII Aprile sorgeva la Villa delle Pentetorri, una "delizia" residenziale, un luogo di villeggiatura progettato nel 1652 dall'architetto Gaspare Vigarani per volere del duca Francesco I. 

Un gioiello architettonico costruito all'insegna dello sfarzo e dell'eleganza, tanto nella struttura architettonica, in cui spiccavano ben cinque torri, quanto nella cura degli ambienti interni e del vasto giardino circostante. Quest'ultimo terminava (o, meglio dire, cominciava) proprio da quel settecentesco arco d'ingresso che possiamo vedere ancora oggi, unico baluardo e testimone di quella che fu Villa delle Pentetorri, rasa al suolo durante il tristemente noto bombardamento del 13 maggio 1944.

Villa delle Pentetorri, reggia sontuosa di cui ora rimane solo un ricordo

Un documento risalente al 1600, un poemetto scritto da Bernardino Valentini, ci offre un'accurata descrizione dello sfarzo di Villa delle Pentetorri. Il letterato racconta di come un alto muro di cinta racchiudesse l'intero complesso caratterizzato da, come il nome della villa ricorda, cinque torri di cui una centrale e quattro angolari.

La villa era affiancata da aiuole disposte in modo ordinato e simmetrico, ma il vero bijou era il giardino sul retro, concepito appositamente per dilettare gli occhi del duca e della corte. Al suo interno troneggiava un padiglione arboreo sopraelevato, circondato da cipressi e peschiere. Animali scorrazzavano indisturbati per i bei giardini: quaglie, aironi, oche selvatiche, pappagalli e struzzi inviati dal granduca di Toscana e, infine, un'aquila, emblema della Casa d'Este. 

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Residenza privata, sede dell'università di Modena e, infine, cumulo di macerie 

In seguito all'occupazione del ducato da parte delle truppe francesi, la villa delle Pentetorri viene spogliata delle sue ricchezze e messa all'asta. Nel 1859 viene acquistata da un armatore ligure, Elia Rainusso, che vi abita sino alla morte, avvenuta nel 1906. Dopodiché la proprietà passa all'Amministrazione comunale, la quale vi trasferisce l'Istituto per le malattie tropicali dell’Università di Modena dal 1940 al 1943. 

Durante la seconda guerra mondiale, invece, l'edificio viene raso al suolo durante un bombardamento che danneggia vari edifici storici e non di Modena, lasciando intatto solamente l'arco di ingresso, porta di quella che fu una grandiosa residenza della Casata d'Este.

villa pentetorri bombardamento luigi poletti-3

Foto:  cav. Bandieri, 1944, Fondi speciali Tonini, scatola C11, busta 35, Biblioteca civica d’arte Luigi Poletti

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