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Martedì, 16 Aprile 2024
Earth Day Italia

Un Appennino da (ri)scoprire

Quindicimila ettari di Parco regionale suddivisi tra 7 comuni modenesi e un progetto dell'Emilia Romagna per non farli dimenticare

“Le montagne, i crinali sono confini, noi li vediamo, che uniscono e che non dividono”. L’immagine è di Carlo Maver, Direttore Artistico de L'Eco della musica, una delle manifestazioni organizzate per movimentare il programma estivo sull’Appennino.

La Regione Emilia Romagna quest’estate lancia il progetto dell’Alta Via dei Parchi, un percorso naturalistico che porta a scoprire un pezzetto d’Italia che a volte capita persino di dimenticarsi.

“Nuvole, poi sole, poi ancora sole; montagne verdi come nella canzone. Camminavo e camminavo”. Il giornalista Ermanno Muolo attacca così per descrivere il paesaggio (VEDI IL VIDEO) e le atmosfere che si respirano sui sentieri dell’Appennino settentrionale, un tratto di montagne lungo oltre 500 chilometri, che taglia tutta l’Emilia Romagna, da Berceto in provincia di Parma fino al Monte Carpegna in provincia di Pesaro e Urbino, attraverso otto aree protette.

L'Alto Appennino Modenese è un ecosistema ricco e variegato, che ospita il Parco regionale detto del Frignano: 15mila ettari di terreno suddivisi tra i comuni modenesi di Fanano, Sestola, Montecreto, Riolunato, Pievepelago, Fiumalbo e Frassinoro, dove si incontrano montagne, laghi, corsi d’acqua, molte specie di fiori e animali. Oltre alla vetta del Cimone, il monte più alto con i suoi oltre 2000 metri, ci sono quelle de Il Libro Aperto, il monte Nuda, il monte Spigolino, il monte Cupolino e il gruppo monte Giovo e monte Rondinaio, dove si concentrano suggestivi esempi di morfologie glaciali che hanno originato suggestivi specchi d’acqua come il lago Santo e il lago Baccio. Ci sono poi anche il lago Scaffaiolo e il lago  Pratignano, il lago Turchino e il lago Torbido, gli affluenti del fiume Scoltenna, il torrente Dragone e la cascata del Doccione. Ancora, percorrendo l’Appennino da Ovest verso Est, si possono visitare i prati di San Geminiano e il vicino Bosco Reale, il monte Spicchio e il monte Albano, il Passo del Saltello, le solitarie cime di Romecchio, l'imponente cima dell'Omo, Pian Cavallaro (prateria d'alta quota) e il Passo della Croce Arcana.

Per quanto riguarda la vegetazione, c’è una peculiare mescolanza di specie alpine e specie mediterranee, che permette di ammirare a poca distanza tra loro querceti e castagneti intervallati a faggi, larici, pini neri e abeti bianchi e rossi, mirtilli neri, ginepri e geranei argentei che, scendendo di quota, lasciano il posto ad abetaie, pinete e betulle.

Daini, caprioli, cervi, cinghiali, ma anche volpi, marmotte, faine, tassi, ghiri e scoiattoli sono tra i molti mammiferi con i quali si può fare la conoscenza inoltrandosi nell’Appennino. Numerosissime anche le specie d’uccelli che volteggiano sul territorio dell’area protetta: fra i rapaci sono comuni il gheppio, la poiana, l’astore, lo sparviero e l’allocco e l’aquila reale; nei boschi di conifere il regolo, il fiorrancino, il cioffolotto e il crociere, nei boschi cedui la cinciarella, la cincia bigia e il luì. Nelle zone aride il codirossone è il più diffuso, mentre nelle praterie di crinale sono avvistabili il fanello e il culbianco e lungo i torrenti l'airone cinerino, la ballerina gialla e il merlo acquaiolo, solo per ricordarne i principali. Da un po’ di tempo, dopo una prolungata assenza, è tornato a visitare questi luoghi anche qualche esemplare di lupo.

Lo spirito dell’iniziativa finanziata dalla Regione, di fronte a una tale miniera di ricchezze della natura, è quello della (ri)scoperta: attraverso attività anche molto piacevoli, come camminate ed escursioni, appuntamenti musicali e degustazioni, concentrate tra giugno e settembre, siamo accompagnati nel fare la conoscenza con il nostro territorio e le sue bellezze più incontaminate. E la tutela dell’ambiente e la riscoperta, anche economica, di queste nostre risorse in questo caso vanno a braccetto.

“L'Alta Via dei Parchi in realtà mira proprio a riattivare un circuito, anche economico, - spiega infatti l’ Assessore Ambiente Regione Emilia-Romagna Sabrina Freda - basato sulla tutela delle risorse ambientali e non sullo sfruttamento di risorse che non sono riproducibili. Penso proprio che l'obiettivo di far vivere l'ambiente e quindi sensibilizzare alla sua tutela sia stato raggiunto con questo progetto”.

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