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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Se il mister fosse una lady? Storia della prima allenatrice modenese

Siamo abituati ad un calcio maschile allenato da uomini, ma se il CT della Nazionale fosse donna? La modenese Benedetta Brovia è oggi una delle poche italiane allenatrici di calcio e sogna una cultura calcistica anche femminile

E se il Mister della Nazionale fosse una donna? Nulla che vada contro il regolamento perché sulla carta le squadre possono essere indistintamente allenate sia da uomini che da donne, ma in Italia le seconde sono molto rare. Se ne contano circa una ventina e da poco si è aggiunta a questa micro-minoranza anche una modenese, Benedetta Brovia.

L'INTERVISTA RILASCIATA PER NOI

Cosa ti ha portata a diventare un'allenatrice di calcio? Ho iniziato a giocare quando avevo 6 anni e da quel momento il calcio è diventata la mia passione. Ho scritto per un paio di anni sulla Gazzetta di Modena e sul Resto del Carlino di sport, seguendo il Modena e il Sassuolo, e ho allenato i ragazzi della squadra di Solieria. Poi mi sono detta: perché non prendere il patentino? Si tratta di un riconoscimento per pochi, 40 ogni anno in Emilia-Romagna, e tra di loro di donne ce ne sono davvero poche. Per passare dovevo presentare un curriculum che facesse punteggio e ancora una volta è difficile per il mondo femminile, ma alla fine ho ottenuto il riconoscimento di Allenatore Base Uefa B.

Chi sono le allenatrici di calcio in Italia? Per lo più giocatrici di Serie A e della Nazionale. Io ne conosco una decina, grazie all'esperienza in Serie A con il Bardolino e poi con squadre locali in Serie B e C. Il fatto è che sono davvero poche, oggi però ho la consapevolezza che posso allenare una squadra femminile di serie A e una maschile di Eccellenza come prima allenatrice, oltre che secondo allenatore in Lega Pro (Serie C).

Gli italiani sarebbero pronti ad un CT della Nazionale donna? Secondo me ancora no, ma non per chiusura mentale, bensì a causa della mancata pubblicizzazione dei media del calcio femminile. Qui in Italia è visto come uno sport secondario, tanto che a stento hanno annunciato che l'Italia aveva perso con l'Olanda per la qualificazione ai mondiali femminili di calcio del Canada. 

All'estero com'è la situazione? Molto diversa, perché le grandi squadre europee hanno anche una squadra femminile e così tedeschi, spagnoli ed inglesi non sono estranei a quel mondo del calcio. Senza parlare poi degli USA e del Canada, dove il calcio non è tra gli sport più praticati, perché preferiscono Football Americano, Basket o Baseball, e così il numero di donne allenatrici supera quello degli uomini. Alla fine a fare la differenza non penso sia il sesso, ma la capacità, perché non è un confronto fisico, ma mentale e strategico.

Cosa vedi nel tuo futuro? Mi piacerebbe completare il mio percorso formativo ottenendo anche le altre due patenti Uefa e andare all'estero per fare esperienza. Forse oltre ad una fuga dei cervelli, c'è anche una fuga delle allenatrici. Per fortuna, almeno l'album calciatori Panini da qualche anno ha messo nelle ultime pagine anche squadre femminili. E' così che bisogna fare per normalizzare l'idea di donne che giocano a calcio e perché no di donne che allenano squadre maschili. 

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