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Calcioscommesse: sbagliando si impara, Francesco Ruopolo prepara il rientro

L'attaccante modenese incontra la stampa per scacciare i demoni degli errori passati e voltare pagina. A ottobre termina la squalifica inflitta dalla giustizia sportiva e il trentenne Ruopolo pensa al rientro in campo

Francesco Ruopolo è tornato in via Alvarado, dove ha mosso i primi passi calcistici con la società dilettantistica Maritain. É tornato quasi a simboleggiare un secondo inizio della sua carriera sportiva di buon livello, bruscamente interrotta all'età di 29 anni per i noti fatti legati al calcioscommesse.  É tornato con l'umiltà di chi ha riconosciuto i propri errori, per i quali sta pagando e pagherà.  É tornato per gettarsi tutto alle spalle.

Ruopolo, campano di origine ma cresciuto e vissuto a Modena, sta scontando una squalifica di un anno e 4 mesi, inflittagli dalla giustizia sportiva per la vicenda 'Last bet', che ha visto incriminare numerosi giocatori della serie cadetta e non solo. Su di lui l'onta di aver combinato 3 partite (contro Pisa, Salernitana e Frosinone) quando giocava nelle fila dell'Albinoleffe. Episodi che gli sono valsi anche un processo penale, i cui tempi di conclusione non sono ancora chiari.

La conferenza stampa di oggi al campo della Maritain è quasi uno sfogo liberatorio, la voglia di ammettere i propri sbagli di un ragazzo riservato e di uno sportivo spaesato: “Ho commesso un errore veramente grosso e passato un periodo molto duro nei primi mesi, quando c'era tutta la pressione mediatica - spiega in prima persona Ruopolo – e ammettere certe cose non è mai facile, né verso sé stessi, né verso gli altri”. E i motivi di questa debolezza umana e sportiva? “Non me lo sono mai spiegato veramente. Ho quasi la sensazione di averlo fatto senza un motivo principale. Forse mi sono fatto prendere la mano, come fosse una goliardata da ragazzi – continua il calciatore – Ho detto sì la prima volta senza rendermi conto. Ho anche pensato 'posso tornare indietro', ma poi ho avuto paura. Così la seconda volta mi sono sentito quasi costretto: quando si entra in quel giro si conosce gente poco raccomandabile”.

É schietto e dalle sue parole traspare tutto il peso e un senso di vergogna difficilmente guaribile. Ma Francesco Ruopolo non è stato lasciato solo nel suo calvario giudiziario e sportivo, sostenuto dagli amici conosciuti sul campo del Padova, società in cui militava al momento dell'esplosione del caso e da cui è stato licenziato. Non è stato lasciato solo nemmeno dalla famiglia, alla quale non ha mai voluto confessare nulla, come per volerli proteggere. Ma poi ne ha parlato con la moglie e in futuro dovrà imparare a parlarne con la figlia, nata appena un mese fa, alla quale dovrà raccontare che suo padre ha sbagliato ed è stato punito.

In questo anno di inattività Ruopolo si è allenato insieme ai ragazzi di Formigine, piazza in cui ha trovato un ambiente aperto e comprensivo, per il quale è anche stato un punto di rifermento tecnico, che gli hanno fatto passare ogni idea di appendere le scarpe al chiodo. Ad ottobre scadranno i 16 mesi di squalifica e la mezzapunta trentenne potrà aprire la seconda parte della sua carriera. Dove? Non si può ancora sapere, ma Francesco Ruopolo cova il desiderio di essere aggregato già nelle prossime settimane ad un ritiro estivo e lancia un messaggio fra le righe: “Giocare nella squadra della propria città piace a tutti”. Modena avvisato.

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