Antoine saluta il PalaPanini, a Modena mancherà un "pazzo furioso"
Intervista allo storico speaker del Pala Panini, innamorato perso di quello sport meraviglioso che è il volley. Si autodefinisce "pazzo furioso": grinta incredibile capace di spingere un palazzo intero
Il PalaPanini saluta quel "pazzo furioso" di Antoine, come si autodefinisce lo storico speaker modenese, protagonista assoluto nello sport canarino negli ultimi trent'anni. Una vera e propria icona dello sport geminiano che chiude la "carriera" lasciando il microfono del palazzetto dopo aver vissuto mille battaglie, aver sostenuto tanti atleti, allenatori e presidenti e aver persino ricevuto tanti premi. Ma il premio più grosso resta per lui l'affetto del pubblico di Modena con il quale ha un rapporto idialliaco.
A volte il pubblico, nei momenti difficili, si è un po' arrabbiato con la squadra, ma grazie all'incitamento del "pazzo furioso", al secolo Antonio Nanni, ha sempre ritrovato la voglia di venire al palazzo. Momenti di gioia immensa, quasi leggendari, e alcuni momenti meno esaltanti, che fanno parte dei cicli sportivi. Ma la costante è sempre stata la voce calda e per certi versi rassicurante di Antonio Nanni.
La nuova stagione si apre in anticipo con una Modena pallavolistica innamorata di Julio Velasco, con uno Zar in più che prenderà il posto di N'Gapeth, con un Bruninho in meno e con l'ambizione di tornare sul tetto dell'Italia del Volley. Ma nelle domeniche del PalaPanini mancherà la voce di Antoine, che ha scelto di cedere il passo (e il microfono) alle nuove generazioni. Se ci dovessse essere l'opportunità di collaborazioni occasionali lo speaker non si tirerà certo indietro, ma per ora rimarrà un tifoso speciale, innamorato da sempre di questo sport meraviglioso chiamato pallavolo.
Carriera appena conclusa, è soddisfatto del suo operato, ha dei rimpianti? No, nessun rimpianto, ho visto i pallavolisti e pallavoliste più forti, partite meravigliose.
Gli anni prossimi seguirà ancora Modena Volley come tifoso? Certamente, la pallavolo è nel mio cuore, se ci sarà ancora bisogno, sono disponibile ad aiutare ancora una volta la squadra!
Qual'è la partita più bella ed emozionante da lei commentata? La trasferta in Olanda nell'anno 89/90, tutti i giocatori commossi dalla gioia, e circa mille tifosi in seguito...brividi!
La più deludente? Poche deludenti per fortuna, i tifosi quando perdono male si arrabbiano, ma tornano sempre al palazzo, ultima di recente sconfitta amara con Padova decisiva.
E' stato difficile sfondare nel suo ambiente? Consiglia il mestiere ai giovani? Ci vuole passione, l'ambiente è sano, oltre alle grandi sfide ci sono anche le partite contro le squadre più piccole, bisogna sempre esserci.
Cosa le mancherà di più del suo lavoro? Mi manca il calore di questa tifoseria, curva magica, i fedelissimi...
Ha dei rimpianti dal punto di vista lavorativo? Nessun rimpianto, tanta passione, tutte le gare con la stessa dignità, anche una semplice amichevole estiva.
Il suo giocatore preferito? Non ho mai odiato nessuno, sono sempre stato riconosciuto come Speaker Corretto. Mai preso in giro nessuno, tutti da incoraggiare, senza escludere nessuno.
Starting six? Ricordo i presidenti Panini, Vandelli, Grani e Pedrini. Per un sestetto tipo devo inimicarmi e la cosa non mi piace, sono tutti importanti, grazie a tutti e in bocca al lupo per il futuro prossimo.
Il soprannome che si attribuisce? Pazzo Furioso.