rotate-mobile
Sport

Calcio giovanile, al via il 23° Boldrini con il calciatore della Nazionale Amputati Paolo Capasso

Il giovane talento della Nazionale Italiana Calcio Amputati al fianco di tantissimi piccoli calciatori in occasione del torneo di calcio giovanile che coinvolge più di 3.500 bambini sui campi di Modena e provincia: sabato 25 novembre il calcio d’inizio e il lancio ufficiale dell’#iogiocoperché

“#iogiocoperchè il calcio è lo sport più bello del mondo!”: è questo il lancio ufficiale del Torneo Boldrini, iniziato sabato scorso nella sua 23 esima edizione chiamando in campo le emozioni dei più piccoli. Per tutta la durata del Torneo, infatti, saranno raccolte e premiate le foto e le frasi motivazionali più belle degli oltre 3.500 partecipanti. L’# ufficiale di lancio del Torneo è firmato da Paolo Capasso detto “Picchio”, attaccante della Nazionale Italiana Calcio Amputati e testimonial di questa 23 esima edizione del Torneo, che sabato scorso in occasione della Festa per il trentennale della Gino Pini a Modena ha partecipato assieme ad alcuni giocatori della Squadra Azzurra, tra cui il capitano Francesco Messori, per sfidare l’Us Monari in una partita di calcio a5 che si è conclusa con la vittoria della Nazionale. 

LA 23 ESIMA EDIZIONE DEL BOLDRINI - Il Torneo Boldrini, organizzato nella sua 23esima edizione dal Centro Sportivo Italiano – comitato provinciale di Modena - rappresenta una delle più importanti nel panorama sportivo modenese, senza eguali in termini di adesione, efficienza delle strutture e coinvolgimento dei ragazzi. Oltre 3.500 bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 17 anni, per 358 squadre iscritte, giocheranno da qui a fine febbraio (con la consueta pausa natalizia) all’interno di circa 30 strutture sportive – tra campi da calcio a 7 e palestre – diffuse su tutto il territorio provinciale, da Finale Emilia fino alla Montagna. “Il Boldrini unisce sport, divertimento e aggregazione – sottolinea Paolo Zarzana, vicepresidente CSI Modena e responsabile della commissione calcio: siamo convinti che un calcio sano, quando si parla di giovani atleti, possa arricchire il loro percorso di crescita e far loro acquisire competenze importanti in termini di socializzazione e di aggregazione, per stare bene insieme praticando lo sport che amano all’interno di un gruppo. Anche quest’anno abbiamo voluto portare avanti la tradizione di un testimonial che rappresenti un eroe positivo per tutti i partecipanti: chi meglio di Paolo, dunque, con la sua storia personale, la sua grinta, il suo esempio, poteva rappresentare meglio questa 23 esima edizione”. 

LA COLLABORAZIONE CON LA NAZIONALE ITALIANA AMPUTATI CALCIO - Prosegue anche nell’edizione 2017/2018 lo spirito di questo torneo che promuove nei più giovani la pratica sportiva fatta di valori, lealtà e divertimento puro attraverso l’esempio di eroi positivi: dopo Claud Adjapong, giocatore del Sassuolo Calcio e testimonial della scorsa edizione del Boldrini, quest’anno il Torneo ha scelto un altro eroe, Paolo Capasso attaccante della Nazionale Italiana Calcio Amputati la squadra azzurra nata nel 2012 da un’idea di Francesco Messori, che il prossimo anno parteciperà ai mondiali in Messico grazie al piazzamento conquistato lo scorso ottobre in occasione del Campionato europeo di Istanbul e promosso dalla EAFF. 

“Fin dalla nascita la vita – racconta Paolo Capasso, classe 1977 e originario di Frattamaggiore (Napoli) - mi ha messo di fronte ad un grande ostacolo, nascere con una sola la gamba, ma sono comunque riuscito a realizzare i miei sogni, tra cui il più importante è sempre stato quello di giocare a calcio. Da piccolo all’età di 6 anni giocavo nell’oratorio della città, con l’aiuto della protesi che mi permetteva, anche se in modo un po’ goffo, di rincorrere e di calciare l’oggetto che forse più amo, il pallone”. Il 2014 per Paolo è l’anno della svolta: viene a conoscenza della Nazionale di calcio per amputati, scopre che però si devono usare le stampelle e non la protesi. “Inizialmente ero molto perplesso, non riuscivo ad immaginare che si potesse giocare a calcio con l’uso esclusivo delle stampelle, ma volli provare. Avendo sempre usato la protesi, le prime volte con le stampelle furono un massacro, calli sulle mani e dolori ovunque, ma questo non mi ha mai fermato, la voglia di giocare a calcio era più forte di questi dolori. Sono passati 3 anni da quella prima volta e di strada ne ho fatta parecchia. Ormai io e le stampelle siamo una cosa sola! Questa esperienza non ha cambiato solo il mio modo di stare in campo e di giocare, ma mi ha cambiato soprattutto umanamente, perché ho trovato dei compagni di squadra e gli allenatori, che mi hanno aiutato a crescere sotto ogni punto di vista e per questo non  smetterò mai di ringraziarli”. 

#iogiocoperché: IL BOLDRINI CHIAMA IN CAMPO LE EMOZIONI DEI PIU’ PICCOLI - Il Boldrini lancia una coinvolgente proposta a sfondo social per questa sua 23 esima edizione: l’obiettivo? Mostrare il lato bello del calcio attraverso l’ #iogiocoperchè: tutti gli atleti potranno raccontare al proprio allenatore, genitore, zio, nonno etc… con qualche parola, che cosa significa “fare sport e giocare a calcio”. La frase motivazionale potrà essere postata dall’adulto sul proprio profilo instagram, facebook o twitter attraverso il tag ufficiale #iogiocoperchè accompagnato da una foto della squadra scattata durante i momenti di gioco e preparazione alla partita e dal dal nome della squadra/società sportiva. Il materiale raccolto sarà poi usato dal comitato per produrre una raccolta delle frasi e foto più belle, in linea con lo sfondo educativo e formativo che da sempre caratterizza questo torneo. Le prime tre foto/frasi più belle saranno premiate.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Calcio giovanile, al via il 23° Boldrini con il calciatore della Nazionale Amputati Paolo Capasso

ModenaToday è in caricamento