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Euro 2012, Spagna Italia: delusione nelle tendopoli della Bassa

In centinaia si erano schierati davanti ai maxischermo nelle tendopoli di Mirandola, Medolla, San Felice e Finale Emilia. "Siamo comunque orgogliosi dei nostri campioni e li ringraziamo per averci regalato un grande Europeo"

Sarebbe stato il massimo raggiungere un successo liberatorio, una vittoria per allontanare gli spettri del sisma e dimenticare per due ore le sue conseguenze. Invece anche nelle tendopoli della Bassa Modenese, davanti ai maxischermi allestiti da Rai e Uisp, hanno vinto la stanchezza e lo sconforto. "Troppa Spagna", si lascia andare Stefano, 30 anni, mentre lo schermo ricorda l'amaro punteggio di questa finale. 4-0 e addio a quegli Europei che nelle ultime settimane hanno regalato i primi, e unici, momenti di gioia ai terremotati. Dopo la cavalcata contro Inghilterra e Germania, le premesse erano ben altre. In centinaia si erano schierati davanti ai maxischermo nelle tendopoli di Mirandola, Medolla, San Felice e Finale Emilia.

Esausti per il caldo africano degli ultimi giorni, ma orgogliosi del cammino compiuto dalla loro Nazionale e di quella dedica che, dopo la vittoria con la Germania, Giorgio Chiellini aveva fatto all'Emilia devastata dal sisma. Giusto il tempo di cantare l'inno di Mameli, in piedi con la mano sul cuore, e poi via con una partita che si fa subito in salita. "Ma perchè ha messo Chiellini se non stava bene?", chiede a gran voce Matteo, seduto nelle prime file davanti allo schermo di Mirandola. "Doveva mettere subito Balzaretti, così abbiamo sprecato un cambio", si lamenta come se avesse previsto i guai che di lì a poco avrebbero afflitto la squadra di Prandelli. Le bandiere tricolore finiscono troppo presto sotto le sedie.

L'Italia lotta ma lo 'spread' con la Spagna, per usare una parola di moda, è troppo alto, come dimostra il 2-0 del primo tempo. "Dai che possiamo ancora rimontare", dice Antonio cercando di tirare su il morale i suoi compagni di tenda. L'intervallo trascorre tra una sigaretta e una bottiglietta d'acqua per placare la sete, come se i terremotati avessero corso accanto agli Azzurri ogni metro di campo. Quando Thiago Motta, appena entrato, si fa male e lascia la Nazionale in dieci, anche le braccia dei terremotati si allargano sui fianchi come quelle di Prandelli.

È il segno del destino che questa sera ha voltato le spalle a Buffon e compagni. Il resto della partita i terremotati la guardano quasi in silenzio, accanto ai soccorritori di Protezione civile, vigili del fuoco e Croce rossa, rassegnati di fronte allo strapotere della Spagna. "Chapeau alla Spagna!", dice Mario incamminandosi verso la sua tenda quando il punteggio è ormai già sul 3-0, la testa bassa, mentre alcuni bambini improvvisano la loro finale sull'asfalto tra il maxischermo e la tribuna improvvisata. Le loro grida sono gli unici suoni che si sentono tutt'intorno, insieme ai "nooooooo" che accompagnano il 4-0 finale. "Ci credevamo", dice una ragazza con indosso una maglietta azzurra. "Questa sera - aggiunge - la Spagna era troppo forte, ma noi non molliamo: siamo comunque orgogliosi dei nostri campioni e li ringraziamo per averci regalato un Europeo da protagonisti. La prossima volta andrà meglio".

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