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Anche nel modenese arriva il “Poligono del Giappone”. Aipo: "Rischi ambientali e di sicurezza degli argini"

Il Poligono del Giappone è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Polygonaceae, originaria dell'Asia orientale. A causa della crisi climatica e delle conseguenti temperature anomale, diviene più difficoltoso contrastare questa specie alloctona che minaccia la sicurezza idrogeologica e la vegetazione autoctona

Anche nel modenese , nei pressi del fiume Secchia e Panaro, ci sono tracce, lungo i corsi d'acqua, dell'infestante "Poligono del Giappone" .

Dopo l’allarme dei giorni scorsi lanciato da ANBI sulla presenza in Toscana, lungo il fiume Arno, del cosiddetto “poligono del Giappone”, ovvero la Reynoutria japonica, una tipologia di vegetazione infestante ed altamente invasiva, a seguito di un monitoraggio di AIPo, arriva la conferma che la pianta si trova ormai in maniera diffusa lungo tutto il bacino idrografico del fiume Po.

Questa specie dannosa rende anche meno stabili le sponde fluviali minacciandone, alla lunga, il consolidamento e, al contempo, è assai difficile da estirpare: accade, infatti, che gli sfalci debbano essere sospesi perché, anziché risolvere la criticità, rischiano di propagare ulteriormente la presenza di questa pianta nelle aree limitrofe. Per far fronte a questa problematica sempre più incombente , il contrasto efficace nei confronti delle specie aliene è stato inserito come tra i principali obiettivi del progetto di “Rinaturazione dell’area del fiume Po” che, tra le sue mission, annovera la salvaguardia della biodiversità, mediante l’attivazione degli stessi processi naturali e ripristinando l’ambiente fluviale per l’uso consapevole e maggiormente sostenibile delle risorse idriche, mitigando così, grazie ad azioni di prevenzione e adattamento, l’avanzare del rischio idrogeologico progressivo.

Lo sfalcio rispetto alle altre piante è molto oneroso perché  comporta lo spargimento contestuale delle spore e la possibilità quasi sempre certa della rapida diffusione e ricrescita. 

"Nel tratto inserito nella foto - riferiscono da Aipo- abbiamo colto l’occasione della doverosa sistemazione dell argine per provvedere al disboscamento ma nelle altre aree sarà più complicato. Naturalmente nei monitoraggi che faremo ne terremo conto soprattutto per la stabilità arginale mentre per il Po cercheremo di sostituire il sostituibile con il nuovo piano di Rinaturazione."

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