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Attualità Zona Industriale / Via Alessandro Cavazza, 45

Apre il cantiere per l'impianto Hera per il riciclo della plastica. Sarà operativo fra due anni

Grazie a un investimento di circa 50 milioni di euro con una larga parte dai fondi Pnrr, il Gruppo Hera realizzerà all’interno del proprio polo di via Cavazza uno stabilimento all’avanguardia

Nel giro dei prossimi 18 mesi circa, se i tempi saranno rispettati, il panorama di via Cavazza è destinato a cambiare. Sono infatti iniziati i lavori per la realizzazione di un impianto per il riciclo delle plastiche rigide. Il Gruppo Hera, attraverso la controllata Aliplast - darà vita a uno stabilimento all’avanguardia, che sarà situato su quella fascia di terreno tra la strada e il termovalorizzatore e avrà dimensioni decisamente importanti.

L’investimento complessivo sostenuto dal Gruppo Hera ammonta a circa 50 milioni di euro, 7,7 dei quali finanziati attraverso fondi del PNRR. La conclusione dei lavori è prevista verso la fine del 2025 e la piena operatività dovrebbe arrivare nel giugno del 2026.

Un impianto all’avanguardia da 30mila tonnellate di produzione annua

Il nuovo impianto sarà in grado di produrre ogni anno, a regime, fino a 30 mila tonnellate di polimeri riciclati di alta qualità a partire da rifiuti plastici rigidi, tra i più difficili da riciclare con efficacia, provenienti in modo particolare da settori come l’elettronica di consumo e l’automotive. 

Questi polimeri, anche se riciclati, avranno una purezza tale da poter essere reimpiegati anche negli stessi comparti di origine con prestazioni analoghe a quelle garantite da materiali vergini. Il metodo utilizzato da Aliplast, infatti, consiste nell’upcycling, cioè una rigenerazione che eleva la qualità del polimero di partenza, raggiungendo così caratteristiche qualitative di alto livello. In questo modo, le plastiche in uscita dall’impianto potranno far fronte a quelle esigenze che fino ad oggi trovano risposta quasi esclusivamente nelle materie prime vergini: anche settori caratterizzati da significativi impatti ambientali potranno così incrementare la propria sostenibilità. Basti pensare che la quantità di plastica riciclata in un anno dall’impianto a regime permetterà di risparmiare all’ambiente emissioni per circa 30 mila tonnellate equivalenti di CO2.

Il progetto del nuovo impianto di riciclo delle plastiche è stato sviluppato sulla base dell’expertise di ingegneria e tecnologia di NextChem, la controllata del gruppo Maire per le soluzioni tecnologiche sostenibili.

Un rendering del progetto-2

Si punta sull'economia circolare

Il nuovo impianto si inserisce in un polo impiantistico del Gruppo Hera già consolidato e potrà così sfruttare le potenzialità di diverse linee di business. In particolare, sarà alimentato dall’energia elettrica prodotta dal vicino termovalorizzatore, mentre il processo produttivo utilizzerà l’acqua in uscita dal depuratore, per poi reimmetterla nello stesso, chiudendo così un circolo virtuoso. 

L’impianto di riciclo delle plastiche rigide garantirà, infine, alti standard di sicurezza e innovazione, con l’automazione e una elevata digitalizzazione dei processi, consentendo anche di massimizzare l’efficienza energetica. Anche la plastica trattata sarà a chilometri zero: il materiale lavorato nell’impianto verrà selezionato prevalentemente tra i rifiuti che il Gruppo Hera già tratta nelle proprie linee di selezione e recupero attraverso Herambiente, oppure coinvolgendo il tessuto produttivo locale.  

Le dichiarazioni

“Siamo orgogliosi di presentare questo progetto che, oltre a rafforzare il nostro parco impiantistico, darà un ulteriore impulso all’importante contributo che da anni il Gruppo Hera fornisce all’industria italiana del riciclo. Nel contesto attuale è aumentata la richiesta delle aziende di soluzioni sempre più sostenibili per il trattamento e il recupero dei rifiuti che garantiscano la chiusura del ciclo in ottica di economia circolare – spiega l’amministratore delegato del Gruppo Hera, Orazio Iacono - È quindi necessaria a livello nazionale una capacità impiantistica di nuova generazione, alla quale stiamo rispondendo con progetti concreti e innovativi. In particolare, questo impianto sarà un volano per il raggiungimento degli obiettivi di circolarità delle risorse soprattutto in settori come l’industria dell’elettronica di consumo e l’automotive, anche con l’obiettivo di promuovere filiere italiane sempre più circolari e corte. È un progetto che si inserisce tra le iniziative previste nel Piano industriale per rispondere agli obiettivi al 2030 in termini di economia circolare e di decarbonizzazione ed è parte integrante del nostro percorso finalizzato ad accompagnare le comunità servite verso la transizione green, in coerenza con il nostro purpose aziendale”.

“Con questo progetto diamo ulteriore concretezza al tema della sostenibilità e della transizione ecologica che sta caratterizzando il nostro impegno sulle scelte urbanistiche e ambientali – sottolinea il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli – e mettiamo a disposizione del territorio nuove opportunità di occupazione e uno strumento per sostenere l’economia circolare. È un progetto che, insieme a quello dell’Hydrogen Valley, evidenzia come le risorse del PNRR possano contribuire a realizzare la transizione ecologica che fa parte anche degli obiettivi del programma di interventi diretti del Comune con il piano Next Generation Modena che prosegue rispettando la tabella di marcia”.

Da sinistra: Muzzarelli, Iacono e Andriolo-2

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