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Comunità energetiche rinnovabili: presentato un documento prodotto dal Clust-ER Greentech

Un’occasione di confronto tra istituzioni, esperti, imprese, associazioni, cooperative e interlocutori del territorio, per parlare di potenzialità e criticità di un modello di innovazione, anche sulla base delle esperienze esistenti

Un modello di innovazione capace di unire cittadini, imprese, associazioni e istituzioni che insieme decidono di produrre energia rinnovabile da condividere. Queste sono, in estrema sintesi, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Tema molto dibattuto, d’interesse e d’impatto per tutti, e su cui la Regione Emilia Romagna è stata fin da subito all’avanguardia, mettendo a disposizione incentivi e strumenti utili per la creazione e lo sviluppo.

E sono state proprio le Comunità Energetiche Rinnovabili in Emilia Romagna le protagoniste di un interessante dibattito avvenuto questa mattina, a  Modena, organizzato dal Clust-ER Greentech dell'Emilia Romagna in collaborazione con il Laboratorio Aperto di Modena. Nel corso dell’evento è stato presentato un documento del Clust-ER Greentech - Gruppo di Lavoro Economia Circolare, che approfondisce criticità e potenzialità delle CER nella Regione Emilia Romagna.

L’obiettivo? Fornire i risultati di una prima analisi che riflette e sintetizza la prospettiva del Clust-ER Greentech in merito agli scenari di sviluppo e alle migliorie applicabili nell’evoluzione delle CER. Si tratta di un documento rivolto a un pubblico ampio: privati, associazioni no profit, imprese, enti locali e tutti quei soggetti che sono o intendono essere coinvolti in percorsi di condivisione dell’energia e costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili.

Ad animare la mattinata, prendendo spunto dai temi sollevati nel “white paper”, si sono alternati esperti, istituzioni, imprese, associazioni, cooperative e interlocutori del territorio. Nello specifico hanno preso la parola: Letizia Zavatti per la Regione Emilia Romagna, Samuele Branchetti per ENEA-CROSS-TEC, Claudia Carani e Piergabriele Andreoli (AESS), Giorgio Bonini di Associazione Porta Aperta di Modena, Elisa Lombardi (APS La Buona Fonte), Laura Borsieri (Consorzio Elettrico di Storo Soc. Coop.), Andrea Baccarani (Coop. Sociale Wonder / Referente CRESER), Marcello Folesani (Gruppo HERA), Riccardo Monti (Confindustria Emilia Area Centro), Giorgio Nanni (INNOVA COOP - piattaforma RESPIRA di Coopfond), Alessandro Rossi (ANCI ER), Paolo Rossi (CRPA Centro Ricerche Produzioni Animali Soc. Cons. p. A.), Fabrizio Tollari per ART-ER e Diego Teloni di Laboratorio Aperto di Modena. Per Clust-ER Greentech hanno fatto gli onori di casa Francesca Cappellaro e Katia Ferrari.

Sono numerose le realtà socie del Clust-ER Greentech impegnate in progetti sperimentali di Comunità Energetiche Rinnovabili in Emilia-Romagna. Questa posizione privilegiata ha consentito al Clust-ER di sviluppare un confronto diretto e approfondito sulle esperienze in corso, stimolato da competenze e conoscenze dirette e operative sui principali ostacoli e opportunità da affrontare nel percorso di realizzazione di una CER.

Il Clust-ER Greentech si è quindi impegnato prima di tutto ad approfondire il tema attraverso una prima fase esplorativa, costituita da una serie di interviste qualitative a soci stessi e ad altri attori rilevanti, al fine di individuare le criticità nello sviluppo delle CER. Successivamente, le informazioni raccolte sono state elaborate e condivise con un gruppo di esperti nel corso di un evento plenario di confronto, fino ad arrivare alla terza fase, in cui tutte le informazioni raccolte sono state sistematizzate nella co-redazione del white paper presentato oggi a Modena.

Per quanto nel documento emerga che le criticità legate a un’ampia diffusione delle CER siano ancora numerose e tante sono ancora le sperimentazioni da mettere in campo, secondo la relazione del Clust-ER Greentech le comunità energetiche rinnovabili possono avere un ruolo strategico nello sviluppo territoriale, perché consentono di allineare la transizione ecologica ed energetica in maniera inclusiva e di caratterizzare i territori dal punto di vista del tessuto sociale, raggiungendo anche le aree più fragili. 

Il cambiamento di paradigma che le Comunità Energetiche Rinnovabili introducono è quindi rilevante e i vantaggi che le CER portano sono molteplici. Nelle conclusioni del documento si legge infatti di benefici sociali dal punto di vista della coesione e della partecipazione civica sul territorio, che si configura come inclusiva, poiché aperta anche a famiglie a basso reddito o vulnerabili; di benefici ambientali, poiché l'approvvigionamento di energia deriva da fonti rinnovabili e “sul posto” e per questo motivo l’abbattimento di emissioni climalteranti sarà più rapido; di benefici economici per i membri della comunità e per le aree locali in cui opera la comunità, in cui verranno reinvestite le risorse generate dalla CER.

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