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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Alluvione del Panaro, al via i primi risarcimenti per 14,7 milioni di euro

Via libera dalla Giunta regionale a criteri e termini di presentazione delle richieste. Rimborsi fino al 100% con fondi aggiuntivi per i territori già colpiti dal terremoto. Le domande entro l’11 ottobre 2021

Arrivano i bandi per risarcire oltre 2.600 cittadini e più di 300 imprese dell’Emilia-Romagna colpiti dal maltempo che a dicembre 2020 si è abbattuto sulla regione, in particolare nelle province di Bologna, Modena e Reggio Emilia. Un’ondata di piogge eccezionali ha causato piene storiche dei principali corsi d’acqua, con la rotta dell’argine del Panaro tra Castelfranco e Nonantola nel modenese, oltre a frane e dissesti diffusi in Appennino. Ora la Giunta regionale ha deliberato criteri e termini per la richiesta degli indennizzi. Per le domande, c’è tempo fino a lunedì 11 ottobre 2021; ogni Comune interessato pubblicherà l’apposito avviso pubblico e la relativa modulistica.  

“E’ un punto di arrivo significativo- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alla Protezione civile, Irene Priolo- che testimonia un impegno forte per rispondere in concreto a quanto accaduto. Un impegno che ci ha visto lavorare, insieme al Governo e agli enti locali, fin dal primo momento e che ancora una volta testimonia la capacità della nostra terra di rimboccarsi le maniche e rialzarsi, con la collaborazione di tutti”.

Le modalità di risarcimento seguiranno un duplice canale, frutto dei provvedimenti nazionali che hanno stanziato le risorse e grazie al puntuale lavoro di ricognizione dei danni svolto dai tecnici dell’Agenzia regionale di Protezione civile e dalle amministrazioni comunali subito dopo l’alluvione. A disposizione ci sono in tutto circa 14,7 milioni di euro per i primi rimborsi a privati e attività produttive di 16 Comuni dove si sono registrati danni: Nonantola, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Maranello, Modena, Pievepelago, Riolunato, Sestola e Vignola nel modenese; Gaggio Montano e Monzuno in provincia di Bologna; Baiso, Poviglio, Toano e Vetto nel reggiano. Per le abitazioni, in particolare, l’indennizzo iniziale arriverà fino al massimo di 5 mila euro; per le aziende a 20 mila euro, nel rispetto di quanto previsto dalla delibera del Consiglio dei ministri che ha stanziato le risorse lo scorso 20 maggio. 

Un’importante quota aggiuntiva – parte dei 100 milioni stanziati con il Decreto sostegni bis, recentemente convertito - sarà riservata a chi vive e opera in 5 Comuni già colpiti anche dal sisma del 2012: nel modenese Nonantola, Campogalliano, Castelfranco Emilia e Modena; nel reggiano Boretto. Servirà per coprire fino al 100% dei danni registrati.

I rimborsi ai privati

I primi rimborsi fino al 100% - nel limite massimo di 5 mila euro – riguardano gli interventi sulle abitazioni principali. Sono compresi anche i costi di sistemazione o sostituzione dei beni mobili quali l’arredamento e pulizia dai detriti. Le spese di progettazione sono riconosciute nel limite del 10%. Risultano invece esclusi dai rimborsi i danni alle seconde case sfitte.

Rimborsi aggiuntivi per i privati con abitazione, principale o secondaria, nei 5 Comuni già messi a dura prova dal sisma del 2012: Modena, Nonantola, Campogalliano e Castelfranco Emilia nel modenese e Boretto nel reggiano. Per gli interventi di ripristino delle prime case il rimborso sarà del 100% dei danni nel limite di 40 mila euro e fino all’80% sulla parte eccedente, comunque entro massimali che giungono fino a 187 mila 500 euro.

La percentuale di indennizzo è invece del 50% dei danni per le case sfitte e le sedi di Onlus, nel rispetto dello stesso budget di 150 mila euro. Ciò sia nel caso di interventi di demolizione, ricostruzione e delocalizzazione che nel caso dei ripristini. Ulteriori contributi sono previsti anche per il ripristino o la sostituzione di beni mobili distrutti o danneggiati e non più utilizzabili, quali arredi ed elettrodomestici ubicati in abitazioni principali e, nei comuni già colpiti dal sisma, anche in abitazioni secondarie. Potranno raggiungere il 100% di danno per le prime case fino al massimo di 15.000 euro. Nessun indennizzo spetta invece, come di consueto, per i beni mobili registrati quali le automobili, esclusi a scala nazionale dal sistema dei rimborsi.

E ancora: risarcimenti sono contemplati per le operazioni di pulizia e rimozione di fango e detriti - rimborsate al 100%, fino a 5 mila euro - e gli interventi strutturali sulle aree pertinenziali esterne al fabbricato. Anche le spese tecniche di progettazione saranno ammesse a finanziamento nel limite massimo del 10% dell’importo, così come la perizia asseverata (richiesta per danni di importo superiore a 15 mila euro) che sarà rimborsata fino ad un massimo di 1.500 euro.

I rimborsi alle attività produttive

Per le aziende sono previsti primi rimborsi che potranno raggiungere il 100% dei danni, nel tetto massimo di 20.000 euro. Si applicheranno a tutti i 16 Comuni colpiti dal maltempo del dicembre 2020 e potranno riguardare la sede legale e/o operativa dell’attività, le loro pertinenze e gli immobili che comunque costituiscono oggetto dell’attività produttiva.

Le spese ammissibili riguardano il ripristino dell’immobile; la sostituzione o riparazione di beni mobili (impianti, macchinari, attrezzature, scorte di materie prime, ecc.) e dei beni mobili registrati oggetto o strettamente strumentali all’esercizio dell’attività economica e produttiva; le spese di pulizia; il canone d’affitto di altro immobile e i costi di trasloco; le spese di progettazione, nel limite massimo del 10%; i costi della perizia, sempre richiesta, fino al massimo di 1.500 euro.

Per i 5 Comuni di Boretto (Re), Modena, Nonantola, Campogalliano e Castelfranco Emilia (Mo), già colpiti dal terremoto del 2012, nel limite massimo di 450 mila euro di danni è previsto un indennizzo aggiuntivo fino al 50% per le spese di demolizione e ricostruzione, delle operazioni di ripristino e degli interventi strutturali sulle aree esterne pertinenziali. Le spese di pulizia e rimozione dei detriti sono finanziate fino al 100%, fino a 20 mila euro. Per i beni mobili registrati necessari all’esercizio dell’attività economica - cioè inseriti nelle scritture contabili dell’azienda - il rimborso sarà dell'80% del danno; lo stesso per impianti, macchinari, attrezzature, scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti e altri beni mobili non registrati. Le spese tecniche potranno concorrere alla formazione del budget massimo di danno nel limite del 10%; per la perizia – da allegare alla domanda di risarcimento, e da fare giurare in caso di ricostruzione o delocalizzazione – è previsto un contributo massimo di 1.500 euro. 

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